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Le sfide aerospaziali di Airworks, l’azienda di Monfalcone che investe nella ricerca

MONFALCONE Il settore aerospaziale li ha portati lontano. L’ultima collaborazione riguarda Lisa, prima missione targata Nasa-Esa per la ricerca e lo studio delle onde gravitazionali dallo spazio. Tre satelliti distanti 2,5 milioni di chilometri l’uno dall’altro, disposti a triangolo, che lungo l’orbita terrestre spalancano un’inedita finestra sull’universo, a intercettare i disturbi che attraversano lo spazio-tempo, come i buchi neri.

Sono di casa all’Agenzia spaziale europea, che in questo progetto gode della partnership della Nasa. Ma collaborazioni di tale portata ne hanno altre: l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), il Max Planck Institute ed il gruppo OHB tedeschi, il TNO olandese.

Lavorano con i dipartimenti di grandi gruppi industriali, come General Atomics, appaltatore della difesa americano, interfacciandosi con la sede svizzera. Rientrano anche Leonardo e Cimolai. E importanti start-up spaziali molto dinamiche come Isar Aerospace tedesca, The Exploration Company francese). Nè mancano i supporti a piccole e medie imprese specializzate, che forniscono prodotti nel campo della meccanica di precisione e dell’ottica.

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Un biglietto da visita di altissimo profilo, quello di Airworks Srl, realtà all’avanguardia che colloca la sede progettuale a Monfalcone, in piazza della Repubblica.

La società è nata in sordina, nel 2007, tra le mura domestiche, e nel 2008 si è insediata in città. Oggi vanta un background talmente elevato da essere presente in Friuli Venezia Giulia e in Lazio. In regione oltre alla sede monfalconese si affiancano l’officina ed il laboratorio situati a Udine.

Nota particolare: il 15 per cento del fatturato viene investito nella ricerca. A Monfalcone l’amministratore delegato, ingegner Stefano Picinich è affiancato da sei colleghi, mentre lo staff complessivo è di 24 professionisti, che arrivano a trenta con i collaboratori esterni. Airworks è socia del Distretto navale Mare Fvg, ed è tra i proponenti del progetto per il Cluster Tecnologico Aerospaziale Alpe-Adria (CT3A).

La crescita progressiva e diversificata contempla start-up nel settore spaziale, delle energie rinnovabili e dell’idrogeno. E c’è una forte esigenza: la ricerca di giovani laureati da poter assumere. Nuove risorse umane da far crescere, tanto che l’ad Picinich, assicura: «Da noi vedranno produzioni mai viste». In questo senso, dagli anni Covid la società ha intrapreso una collaborazione con l’istituto Malignani di Udine, per accompagnare il percorso di formazione degli studenti da poter poi “allevare”: «Cerchiamo giovani da specializzare ad alto livello», osserva l’ingegnere. Assieme alla collega Alicia Mantoan, fanno toccare con mano il loro mondo affascinante e speciale. «Siamo una società di ingegneria con capacità di fabbricazione e laboratorio – spiega l’amministratore delegato –. Normalmente veniamo associati al settore aerospaziale ma non è esclusivo. Le competenze di base sono la meccanica e la meccatronica. Ci occupiamo soprattutto di strutture, macchine e impianti. In parole più semplici, è ciò che dà corpo e movimento ai prodotti».

Capacità spendibili a bordo di un satellite come per una protesi biomedicale o una turbina eolica. «Abbiamo assunto due scelte fondamentali - continua -: spingerci nella meccanica con prestazioni elevatissime, attraverso strutture che lavorano in ambienti estremi, e puntare alla fabbricazione e ai laboratori interni».

Picinich ne dà un’idea: «Mettiamo a terra l’innovazione. Andiamo infatti oltre la progettazione entrando nella realizzazione, creando un prototipo e misurandone le prestazioni, prima di inserirlo in produzione». I due professionisti lo rilevano: «Uno dei nostri obiettivi è mettere in rete le nostre conoscenze meccaniche e dei materiali nell’ambito del settore navale e nautico sviluppato nel Distretto Mare Fvg». Un esempio è la collaborazione con l’Università di Trieste, Micad Srl e Metech Srl nel progetto di abbattimento delle emissioni vibro acustiche e chimiche in ambito navale, per fornire una risposta ai problemi legati alle vibrazioni dei motori delle navi mercantili e da crociera. Il loro interesse è aperto alle esigenze del tessuto produttivo del territorio.

Suggestivo è l’approccio all’Intelligenza artificiale. Stanno elaborando un progetto inerente la digitalizzazione di un osservatorio astronomico composto da alcune decine di telescopi. L’obiettivo è acquisire più dati possibili per facilitarne il funzionamento, ridurre il numero di guasti o ripararli nel minor tempo possibile. Una “mappa digitale” utile per i telescopi che saranno collocati in Cile e in Spagna.

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