Antincendio aereo, servono nuove flotte
Quella per scegliere un nuovo mezzo aereo antincendio sarà, almeno dal punto di vista tecnico, una gara molto complessa. Le caratteristiche e le prestazioni ricercate in un velivolo per la lotta contro i roghi variano a seconda delle caratteristiche del territorio sul quale devono operare, dall’esigenza di poter imbarcare acqua senza rientrare alle basi (e a poterlo fare sono in pochi), dalla velocità di volo sufficientemente elevata per raggiungere gli obiettivi in meno tempo possibile, magari anche in volo strumentale per superare condizioni meteo relativamente sfavorevoli, ma anche abbastanza lenti e molto manovrabili per poter agire con precisione in spazi stretti. Insomma, una sfida tecnologica per la quale, per esempio, i velivoli utilizzati negli Stati Uniti e in Australia da diverse società private, tipicamente ricavati da trasporto modificati, risultano impossibili da utilizzare con efficacia nelle strette valli dell’orografia europea. Ovvero sono più adatti a grandi spazi.
L’immagine alla quale siamo abituati in Italia è quella dei Canadair CL415 per il bombardamento di ritardante e acqua e degli elicotteri con il cestello per le missioni capillari, poichéaeromobili più piccoli – come gli Air Tractor e i Dromader –hanno mostrato limiti nel numero di lanci eseguibili in breve tempo, seppur abbiano comunque dimostrato capacità di manovra notevoli. E siccome all’Italia servirebbe una flotta nuova perché i CL415 sono ormai un po’ vecchi, ma la produzione del nuovo CL515 da parte di Viking Air (De Havilland Canada) va a rilento, i grandi dell’industria aeronautica europea stanno proponendo alternative: Leonardo ha presentato la modifica del suo velivolo da trasporto militare C-27J; Airbus quella dell’ancora più grande A400M e del più vecchio ma più compatto C295. Tuttavia,nessuno di questi aeroplani, comunque molto costosi, rappresenta il jolly. Perché, ancora, non si tratta di progettazioni ad hoc per le missioni antincendio bensì di adattamenti. C’è poi la questione del costo operativo, che nel caso di uno A400M è elevatissimo (a cominciare dal fatto che ha quattro motori). E si sa che, quando a muoversi sono i grandi “players”, la spinta verso una o l’altra decisione arriva dalla politica.
Ma siccome nessuna nazione vorebbe pagare da sola il costo del rinnovo flotta, bensì condividerlo con altri Paesi, ecco che dopo lo stanziamento deciso a Bruxelles di 600 milioni per 12 nuoviCL515 (da costruire, certificare e sperimentare, insomma unprocesso lungo), anche quest’anno l’Europa si è preparata alla stagione degli incendi adottando misure significative per rafforzare gli sforzi e salvaguardare le comunità, mettendo insieme uomini e mezzi in una flotta antincendio. Ben 556 vigili del fuoco provenienti da 12 paesi saranno strategicamente posizionati in luoghi chiave d’Europa come Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, pronti ad aiutare i vigili del fuoco locali. E quanto a mezzi aerei, le capacità di RescEU e del pool europeo di protezione civile comprendono 28 velivoli e 4 elicotteri di stanza in dieci stati membri. Di questi, 4 aerei anfibi medi, 2 aerei leggeri e un elicottero arrivano dalla Grecia; due aerei anfibi medi dalla Croazia, altrettanti medi e due aerei leggeri dall'Italia; due aerei anfibi medi dalla Spagna; quattro aerei anfibi medi e un elicottero dalla Francia, altri quattro aerei leggeri dalla Svezia; due aereileggeri dal Portogallo, due elicotteri dalla Repubblica Ceca, due aerei leggeri da Cipro e altrettanti dalla Germania. Inoltre, in futuro l’Ue finanzierà anche diversi elicotteri per rafforzare la flotta aerea antincendio “dell’Unione”. Il preposizionamento dei vigili del fuoco e l’acquisizione di ulteriori mezzi aerei specializzati è certamente una buona idea, resta però frammentato il modo con il quale gni nazione gestisce le sue flotte, chi affidandole a privati, come l’Italia, chi facendole operare da militari dell’aviazione, come la Spagna. Il Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha dichiarato: "Mentre celebriamo il quinto anniversario di RescEU, è imperativo continuare a rafforzare la nostra resilienza collettiva contro le catastrofi naturali.” Ovvero: bene l’iniziativa, ma deve evolvere in una vera forza antincendio continentale. L’Ue garantisce infatti aiuto quando gli incendi travolgono le capacità di risposta nazionale, consentendo al Paese di richiedere assistenza tramite il meccanismo di protezione civile dell’Unione. Una volta attivato, il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'Uecoordina e finanzia l'assistenza resa disponibile dagli Stati membri e dai dieci Stati partecipanti all'Ucpm (il meccanismo di Protezione civile europeo in sigla), ovvero Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro, Turchia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Moldavia e Ucraina. attraverso offerte spontanee. Inoltre, l’UE ha creato il pool europeo di protezione civile (Ecpp) per disporre di capacità di protezione civile che consenta una risposta collettiva più forte. Esso riunisce risorse provenienti da 27 Stati membri e Stati partecipanti e le prepara per essere dispiegate in una zona disastrata con breve preavviso.
Alla vigilia del salone aerospaziale di Farnborough (a est di Londra), appaiono quindi le prime iniziative private come quella annunciata dalle aziende canadesi Acass e Xinatis che hanno stipulato un memorandum d'intesa per collaborare sulla fornituradi aerei antincendio. Acass vanta trent’anni d’esperienza nel settore dell'aviazione d'affari, nel quale si occupa di vendite, fornitura di personale, gestione di aeromobili e di servizi charter;Xinatis invece è specializzata nel supporto alle compagnie aeree commerciali, agli operatori dell'aviazione d'affari e per missioni speciali, compreso l’antincendio aereo. L’accordo le vedecollaborare per esplorare ulteriormente quest’ultima specialitàsfruttando competenze e posizionamento sul mercato per sviluppare soluzioni alternative, convenienti e disponibili nel breve tempo. Entrambe hanno sede in Canada ma uffici e rappresentanze in tutto il mondo. Sameer Adam, presidente e Ceo di Xinatis ha dichiarato: “C’è reale necessità di soluzioni più tempestive ed economicamente vantaggiose poiché l’impatto degli incendi globali aumenta ogni anno, gli ambienti operativi colpiti dagli incendi stanno cambiando e il danno causato porta a perdite economiche significative, mentre le opzioni disponibili sono limitate e i costi di acquisizione rappresentano un ostacolo per coloro che hanno maggiormente bisogno di soluzioni. Consideriamo questo accordo di squadra come un’opportunità per espandere il nostro focus comune e unire le nostre risorse a sostegno di questo settore”.
Intanto in Italia nell’ultima settimana mezzi aerei antincendio, Canadair ed elicotteri, gestiti dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, sono stati impegnati in un'intensa attività in diverse regioni italiane. Nella sola giornata di domenica 14 lugliosono state avanzate 19 richieste d’intervento da Lazio, Sicilia Calabria, Abruzzo, Umbria, Puglia, Campania e Basilicata. E in tutti i casi il supporto aereo è stato determinante.