World News

Hotel diffusi: dove ogni stanza è una casetta



Il comfort di uno chalet personale, con i servizi di una struttura di lusso. Spa con vista, ristoranti stellati, privacy e immersione totale nella natura. Giro d’Italia nei borghi dedicati alla nuova ospitalità.


Ci si sta bene, hanno un che di familiare, comunicano lo spirito del luogo dove si trovano più del classico hotel. Hanno un cuore, per la comune gestione, e unità di accoglienza sparse nel raggio massimo di 200 metri.

Sono nati (non tutti lo sanno) in Friuli, dopo il terremoto del 1976, per ridare vita a borghi distrutti. Hanno un padre, Giancarlo Dall’Ara, fondatore e presidente dell’Associazione nazionale alberghi diffusi (Adi). Costituiscono un format di successo, esportato in vari Paesi.

Partiamo dal Trentino per raccontare le nostre impressioni su alcune strutture di qualità. Al Pineta Nature Resort di Predaia, in Val di Non si respira un’atmosfera di montagna green&chic. Tante casette e baite in legno, suite con ogni comfort realizzate con la bioarchitettura, da queste parti non una moda, ma un modo di costruire secondo le regole più attuali della sostenibilità. Il villaggio-hotel è una storia di famiglia, gli imprenditori Sicher: dalla trattoria dei tempi che furono - ben nota ai viandanti - hanno preso le mosse per l’odierna realtà turistica a quattro stelle. Il Pineta, ai margini del Parco naturale Adamello Brenta, è anche centro benessere con bagno turco aromatico, grotta del fieno, sauna alle erbe alpine e diverse piscine, tra cui la spettacolare «infinity pool».

Il ristorante Alla Pineta - cucina tipica trentina e tirolese - è della filiera Slow Food, indice di qualità.

Continuiamo questo viaggio sconfinando in Austria, nel Tirolo Orientale, ai piedi del più grande parco nazionale. Qui, al Gradonna Mountain Resort, gli chalet inseriti nel bosco sono 41, di varie metrature. Il corpo centrale accoglie 12 suite, una per ogni piano della torre a specchi, fulcro del resort.

Il Gradonna, punto di partenza per escursioni alpine, è dotato di ristorante panoramico. Vi regna lo chef Michael Karl: assaggiate i suoi piatti vegetariani e vegani, per cambiare idea su uno stile alimentare a torto considerato punitivo.

Andiamo in Umbria, cuore verde d’Italia, al Borgobrufa Resort di Torgiano (Pg). È il sogno realizzato di Andrea e Ivana Sfascia, e delle loro figlie Vittoria e Francesca. La famiglia ha trasformato un casolare agricolo e dintorni in residenze di campagna, ma di charme. Una galleria unisce alcuni casolari all’area wellness, che si avvale di una linea cosmetica da prodotti delle colture del borgo.

Dal resort, la vista su Assisi e Perugia è unica. Borgobrufa è ormai un riferimento per l’accoglienza turistica di alta qualità nel Centro Italia. Ciliegina sulla torta, la stella Michelin ottenuta dal ristorante Elementi, guidato con mano sicura, e visione gastronomica ben temperata, dallo chef Andrea Impero.

In Toscana, dove gli alberghi diffusi prosperano, ne abbiamo visitato tre: Borgo San Felice, Hotel Le Fontanelle, Il Borro.

Borgo San Felice, cinque stelle lusso del Gruppo Allianz, festeggia le Due Chiavi Michelin (nuovo riconoscimento della temuta guida Rossa), consapevole di essere una struttura selezionata da turisti di alte aspettative.

Si trova nel Senese, Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga. I numeri? 63 camere, tra cui 23 suite; due ristoranti; due ville appena fuori dal Borgo. Senza elencare piscina, palestra, campi da tennis, Spa, vigneti e uliveti che lo circondano. La ristorazione, al Poggio Rosso e all’Osteria Il Grigio, è a cura di chef Juan Quintero, in collaborazione con il maestro Enrico Bartolini. General manager di tanta bellezza diffusa è Danilo Guerrini: conosce ogni segreto del Borgo.

Non lasciamo Castelnuovo Berardenga senza soggiornare all’Hotel Le Fontanelle, nei pressi della rinomata cantina Vallepicciola, appartenente al brand Fontanelle Estate (comprende pure il magnifico, sempre in loco, The Club House). Sono i gioielli della famiglia Bolfo. Il filo rosso è l’autenticità della Toscana, rivelata da attenti restauri e recuperi, con ampie vetrate sui vigneti e una piscina che brilla nel verde quale magico laghetto.

Siamo in un cinque stelle lusso, l’accoglienza (principesca) ne consegue. Fatevi mostrare Villa Il Mandorlo, la più lontana e riservata dell’hotel diffuso. Il palato sarà soddisfatto al ristorante La Colonna, con la Terrazza Belvedere: i riti dell’alta cucina vengono celebrati dallo chef Francesco Ferrettini.

A pochi minuti da San Giustino Valdarno, ecco Il Borro Relais&Châteaux, con una storia millenaria. La Tenuta - coltivazioni biologiche con 85 ettari di vigneti e 33 di uliveti - è un universo, tanto è vasta e ricca di strutture. Comprende, tra altro, il borgo medievale restaurato (37 suite, 20 di Le Aie del Borro; tre ville; tre casali agriturismo), quattro ristoranti (con la guida di chef Andrea Campani), Spa, bar, una Galleria Vino&Arte e la cantina secolare.

Una cornucopia di meraviglie dovute a un’importante famiglia. Il Borro, 1.100 ettari in totale, acquistato e fatto rinascere da Ferruccio Ferragamo nel 1993, è oggi gestito da due dei suoi sei figli: Salvatore (responsabile delle attività vitivinicole e ricettive) e Vittoria (responsabile dell’orto biologico, dei progetti speciali, della sostenibilità).

Concludiamo in Piemonte il nostro excursus tra gli hotel diffusi più belli. Eccoci al Villaggio Narrante, 120 ettari di riserva bionaturale a Serralunga d’Alba, nel cuore del Barolo. I cultori di storia sanno che il Villaggio fu residenza di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, donata in seguito all’amante e moglie morganatica, la Bella Rosina.

Il figlio dei due, Emanuele Alberto, fondò l’azienda, con cascine, chiesa, il circolo per togliere i contadini dall’analfabetismo. Oggi Cascina Galarej, ristoranti e museo sono realtà del Villaggio, con ospitalità quattro stelle in edifici recuperati. Il vino qui è centrale, a partire dalle cantine di Fontanafredda (165 anni di storia) e Casa E. di Mirafiore. Si alloggia a Cascina Galarej, sulla collina, o alle Case dei Conti Mirafiore, caseggiato anni Trenta, e nella Foresteria delle Vigne. Il luogo è valorizzato dalla Fondazione voluta nel 2010 da Oscar Farinetti, il proprietario. Nota di merito il Guidoristorante, stella Michelin dei fratelli Ugo e Pietro Alciati. È con un piatto dei loro agnolotti al sugo d’arrosto che maturiamo una convinzione: il vero hotel diffuso - per ogni desiderio e tutte le tasche - è l’Italia intera.







Читайте на 123ru.net