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Guasti Enel, 100 ricorsi pavesi «Rimborsi lenti e dimezzati»

PAVIA. Guasti elettrici improvvisi, sembra dovuti a sbalzi di tensione, che mandano in tilt gli elettrodomestici di casa. Guasti che costringono gli inquilini a presentare il conto alla compagnia fornitrice di energia elettrica. Per questo 100 famiglie pavesi si sono rivolte a Federconsumatori Pavia, che ha inoltrato altrettante richieste di risarcimento, pari alla somma spesa dagli inquilini per riparare gli elettrodomestici che si sono guastati.

Pratiche a rilento

Ma le pratiche, a quanto pare, languono. «Alcune risalgono al 2023 e, nonostante i solleciti che abbiano inviato nel tempo, sono ancora in alto mare – spiega Cristiano Maccabruni, presidente di Federconsumatori Pavia –. E per tutte vale la regola secondo la quale, la cifra che offre l’azienda è sostanzialmente la metà di quanto abbiamo richiesto».

L’azienda in questione, precisa Maccabruni, «è Enel». E prosegue: «Negli ultimi 8 mesi registriamo guasti elettrici dovuti all’inserimento della corrente a 380 Volt anziché a 220, cosa che genera guai perché gli elettrodomestici delle famiglie interessate smettono di funzionare». «L’inquilino ha il diritto contrattuale di contattare la ditta che fornisce l’elettricità per ottenere la garanzia che il danno sia refuso - precisa Maccabruni –. Ad esempio, se tecnici Enel sbagliano e inseriscono la corrente a 380 si guasta la caldaia, il frigorifero, la tv o altro, si rende necessario chiedere l’intervento di una serie di artigiani che procedano alle riparazioni. Così, per il risarcimento alla fine ci si rivolge a Enel, che però rimpalla le responsabilità».

Incubo risarcimenti

In pratica, prosegue il presidente di Federconsumatori Pavia: «Enel sostiene che responsabile dei guasti è la distribuzione e che perciò bisogna scrivere a quella. Quindi il primo problema chi e come deve ricevere la denuncia». Un percorso che Maccabruni definisce «un incubo». E prosegue: «A distanza di 8 mesi i danni in molti casi non sono ancora stati refusi. Abbiamo un centinaio di pratiche aperte, e ora stiamo risolvendo quelle del 2023. Parliamo di gente che ha versato soldi, e che non riesce a rivederli».

Ma c’è un secondo problema: «Chi risarcisce? Enel oppure E-Distribuzione? - si chiede Maccabruni –. Se poi consideriamo che anche l’assicurazione, che si chiama Lercari, è di Enel, abbiamo chiuso il cerchio. Accade così che passi molto tempo dall’apertura alla definizione della pratica, che chiedano anche tre volte i documenti di appoggio (fatture ecc.) e che alla fine offrano un rimborso che ammonta alla metà di ciò che il cliente ha speso per riparare il danno. In sostanza a quest’ultimo restano solo due possibilità: può decidere se far causa, perdere altro tempo, oppure accettare quella metà offerta. Casi di questo tipo ce ne sono arrivati circa 100. Li abbiamo presi in carico e, nonostante il passare del tempo e la documentazione prodotta, l’assicurazione continua a chiederci di fornire i documenti». Perché tutto questo? Se lo chiede anche Maccabruni, che conclude: «Se simili guasti avvengano per imperizia o per la mancanza di materiale adeguato (attrezzature di sicurezza) non spetta a me dirlo. Quello che non va è il fatto che trascorra così tanto tempo e che le cifre proposte a risarcimento siano tagliate della metà. Questo deve finire

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