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Valperga, per la pasta antifascista insulti a chi organizza: “ridicoli” e “zecche”

Valperga
La pastasciutta antifascista di venerdì 26 luglio organizzata dall’Anpi di Valperga Pertusio ha suscitato polemiche sui social. La commemorazione che ricorda l’importanza dei fratelli Cervi, il loro gesto e, di conseguenza, la caduta del fascismo, è comune in molte regioni italiane. Eppure ha aizzato alcuni leoni da tastiera canavesani, che con toni di disprezzo, politicamente schierati o forse soltanto non conoscitori della storia, hanno sbeffeggiato l’iniziativa e gli organizzatori.
«La pastasciutta antifascista richiama la manifestazione di carattere nazionale che ricorda l'iniziativa dei fratelli Cervi, contadini che venuti a sapere della caduta di Mussolini, destituito il 25 luglio del 1943 dal Gran consiglio del fascismo, decisero di festeggiare l'evento procurando la farina e prendendo a credito burro e formaggio, preparando chili e chili di pasta e distribuendola in piazza a Campegine, in provincia di Reggio Emila dove vivevano - racconta Marco Varda, Anpi di Valperga Pertusio -. I sette fratelli Cervi furono poi fucilati per la loro attività partigiana dai repubblichini a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943 e decorati dalla Medaglia d'argento al Valor militare “alla memoria”. È dal 2018 che la nostra sezione organizza questa manifestazione. L'anno scorso l'incasso della pastasciutta antifascista è stato donato ad una missione in Tanzania della onlus “Noi con voi”. Questa volta l'incasso della spaghettata, organizzato in collaborazione con il Circolo Arci Spazi di società, servirà a finanziare il progetto scolastico Orme partigiane, presentato ufficialmente a Valperga lo scorso 25 aprile e del quale la sezione si è fatta carico di finanziare le installazioni in paese, oltre a finanziare le attività del tavolo territoriale 25 aprile, nato con l'intento di raggruppare le varie realtà associative e politiche antifasciste locali, con l'obiettivo di contrastare le operazioni di revisionismo storico con iniziative culturali specifiche».
Online si passa da vari epiteti, da “ridicoli” a “zecche”, ma l’associazione ha risposto con ironia, ringraziando per la pubblicità, e commenta così l’accaduto: «Riguardo alle polemiche nate sui social, confidiamo di poter far comprendere a quante più persone possibile quali siano le premesse e gli scopi dell'iniziativa. Nel leggere certi commenti non si sa se sentirsi più preoccupati o divertiti: senza dubbio il meccanismo dei social network fa sì che molte persone siano portate ad esprimersi pubblicamente “in maniera impulsiva”, senza ragionare adeguatamente. Siamo certi che nessuno al giorno d'oggi apprezzerebbe le limitazioni della libertà, la violenza e la guerra imposte dal fascismo, compresi gli ingenui estensori di quei commenti dal sen fuggiti, che anzi sarebbero probabilmente tra i primi a dolersene».

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