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Omicidio Quaranta, lo sfogo del papà di Lorena per l’attenuante del Covid: “Mia figlia uccisa due volte”

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Un omicidio subito due volte. La sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato l’ergastolo ad Antonio De Pace, l’infermiere che uccise nel 2020 la fidanzata Lorena Quaranta, chiedendo che venga discussa la possibilità di concedere le attenuanti generiche per le conseguenze delle restrizioni legate al covid ha suscitato polemiche. Fratelli d’Italia ha contestato duramente […]

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Un omicidio subito due volte. La sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato l’ergastolo ad Antonio De Pace, l’infermiere che uccise nel 2020 la fidanzata Lorena Quaranta, chiedendo che venga discussa la possibilità di concedere le attenuanti generiche per le conseguenze delle restrizioni legate al covid ha suscitato polemiche. Fratelli d’Italia ha contestato duramente la decisione degli ermellini ed oggi è la volta del papà di Lorena che parla di giustizia negata.

“Stupiti e delusi dalla giustizia”

Il Covid non c’entra”, ha detto papà Vincenzo in una intervista al Messaggero. “La verità è che De Pace aveva un complesso di inferiorità nei confronti di mia figlia“.

La giovane era in procinto di laurearsi in medicina, mentre il fidanzato era specializzando in scienze infermieristiche: “Lorena l’aveva aiutato a non fermarsi e ad entrare in Odontoiatria. Aveva dato già quattro esami. Doveva farne un altro, ma non era angosciato, fino alla mattina aveva scherzato con il fratellino di Lorena, che all’epoca aveva cinque anni“.

L’omicidio

Lorena fu strangolata a mani nude dal fidanzato. I giudici d’appello hanno sottolineato l’efferatezza con cui agì De Pace, che sarebbe rimasto ad osservare la vittima mentre tentava invano di opporre resistenza. Prima l’ha colpita con una lampada – ricorda papà Vincenzo – Gliel’ha data pure sui denti, perché Lorena li aveva rotti, e poi l’ha soffocata. Lorena era magra, era un fuscello, una modella. Era bellissima. Non può immaginate cosa ci fosse in quella casa. Quando siamo entrati mia moglie è svenuta”.

“La speranza – aggiunge il papà di Lorena – è che i giudici tornino a valutare bene tutti gli elementi, come è successo in primo grado e in appello. Sarebbe un secondo omicidio. Per me sono disumani”, aggiunge Quaranta, che poi assicura: “Continueremo a lottare. Si deve fare qualcosa. Così non è possibile”.

Il processo bis

La Corte di assise di appello di Reggio Calabria, ovviamente in altra composizione, dovrà formulare un processo bis a De Pace tenendo conto delle prescrizioni della Cassazione. Le attenuanti generiche comportano la possibilità di evitare l’ergastolo e di accedere al rito abbreviato. Una vicenda che durerà ancora a lungo.

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