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La lettera del papà di Max, morto a 27 anni: «Mio figlio vittima innocente, me l’hanno strappato via»

Una tragedia difficile da superare, un dolore che attanaglia una famiglia da quel sabato sera in cui un incidente le ha portato via il loro Max.

A un mese dalla morte di Max Macoratti, il giovane papà di San Giorgio di Nogaro, di appena 27 anni, a parlare è il padre Michele, che con le sue parola manifesta tutto il dolore per il dramma che ha colpito la sua famiglia dovuto «all’incoscienza» di chi si mette alla guida di mezzi non in condizioni idonee. Il suo è una sorta di appello a riflettere prima di mettersi alla guida di qualsiasi.

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«Voglio esprimere alcune considerazioni sulla tragedia che ha colpito almeno cinque famiglie. Da quella maledetta sera del 22 giugno, il mio Max-vittima innocente-non c’è più, me l’hanno strappato, portato via, assassinato – scrive il papà in una lettera al Messaggero Veneto –. Quell’assurdo incidente non è altro che il frutto della stupidità umana e dell’incoscienza di chi si mette alla guida in quelle condizioni. Ogni mattina mi sveglio con l’angoscia e la disperazione… non lo vedrò più varcare la porta di casa mia e non lo potrò mai più abbracciare».

«Lo amavo tanto e lo amavano tanto tutti i suoi cari e non solo, e lui adorava il suo figlioletto. Quello che è successo non ha senso e non è giusto e non c’è nulla che mi possa dare sollievo. Spero solo che chi ha provocato questa tragedia-tra l’altro quasi uccidendo anche il mio nipotino Nathan e il caro amico di Max, Raffaele-abbia la possibilità di rendersi conto e la consapevolezza per capire il male che ha fatto a tante persone».

A fronte di questo immane dolore, una speranza arriva dalle condizioni di salute del figlioletto di Max che è in lenta ripresa e, dopo due settimane ospite in un centro specializzato di Vicenza per bambini che sono stati in terapia intensiva, dovrebbe fare ritorno al reparto di pediatrico dell’ospedale di Udine, dal quale, successivamente, sarà trasferito in un centro per la riabilitazione dedicato ai bambini (il piccolo ha subito un importante intervento chirurgico).

Accanto a lui sempre mamma Vanessa, che con la disperazione nel cuore lo sostiene e lo aiuta nella difficile ripresa, cercando di dargli quella serenità di cui ha bisogno. Vanessa, ha tutto l’appoggio della sua famiglia e di quella dei Macoratti, da mamma Mary, al papà Michele, ai fratelli, Yuri con il quale condividevano l’abitazione dono del nonno Giosuè che loro con tanto amore avevano ristrutturato, e poi di Giacomo e Miriam. Un legame profondo quello che lega la famiglia Macoratti, ed è stato proprio Yuri, a fare una solenne promessa al fratello durante i funerali, affermando che si sarebbe preso cura del piccolo Nathan «come fosse mio figlio».

L’incidente si era verificato la sera del 22 giugno lungo la provinciale 80, a San Giorgio di Nogaro. Un mezzo proveniente dalla corsia opposta è finito addosso alla Citoen Ds3 in cui viaggiava Max Macoratti, facendogli perdere la vita e provocando gravi ferite al figlioletto di appena quattro anni, che era a bordo,e a un amico che viaggiava con loro.

Nei confronti della famiglia del 27enne, intanto, si sono mossi compagni della classe 1966, che hanno organizzato una raccolta fondi «per chi conosceva Max, una persona buona, onesta, operosa e innamorata della sua famiglia. Con questa raccolta fondi – si legge suo sito online –, vogliamo essere vicini e dare sostegno all’amata compagna Vanessa, all’amato figlio Nathan e a tutti i famigliari».

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L’iniziativa, ospitata sulla piattaforma GoFundMe, « è un prezioso sostegno in questo momento di immenso dolore, con cui la comunità si unisce nel dolore e nella solidarietà».

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