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Ernest e Nanda, quell’intensa amicizia del Novecento

Ernest e Nanda, quell’intensa amicizia 

del Novecento

foto da Quotidiani locali

Tutto cominciò con uno scambio di persona: Torino 1944, la città è sotto occupazione nazifascista, si rovista dappertutto alla ricerca di spie e traditori; anche la casa editrice Einaudi non è esente da perquisizioni, e qui salta fuori il contratto di traduzione di un libro che è una forte denuncia contro la guerra. È Addio alle armi, lo ha scritto un americano Ernest Hemingway, a tradurlo tale F. Pivano. Così la polizia si precipita a casa Pivano e arresta il fratello di Fernanda. La quale non esita minimamente a precipitarsi in caserma e scagionare il congiunto dicendo che quel “F” sta per Fernanda e che la traduttrice è lei. Increduli i poliziotti, convinti che quello del tradurre non è lavoro per una signorina, l‘arrestano e liberano il fratello. Una volta rilasciata viene messa sotto costante osservazione. Alla fine della guerra Hemingway torna in Italia e manda una cartolina alla Pivano, vuole conoscere questa ragazza che è stata in prigione per lui invitandola a raggiungerlo a Cortina. Sulle prime Nanda pensa a uno scherzo e straccia la missiva, ma una seconda cartolina in cui il grande scrittore diceva se non viene qui vengo io a Torino, convince la Pivano a precipitarsi nella perla delle Dolomiti. Qui trova Hemingway a capo di una grande tavolata di amici, ma quando la vede le va incontro e l’abbraccia. Inizia così una delle più importanti, intense e singolari amicizie nell’ambito culturale del ‘900, in cui il ruolo di Nanda non è quello di passiva traduttrice ma elemento attivo all’interno del processo creativo dell’autore.

Lo racconta così Enrico Rotelli, giovane scrittore e collaboratore del Corriere della Sera, che è stato l’ultimo assistente di Nanda Pivano, la infaticabile divulgatrice della letteratura americana in Italia e su questa esperienza ha scritto un bellissimo libro Nanda e io (Nave di Teseo) che sarà presentato oggi, martedì 23, alle 21 nella chiesa di San Zaccaria a Lignano Sabbiadoro nell’ambito della rassegna Notti di mezza estate curata dall’orchestra giovanile Filarmonici Friulani per l’Amministrazione comunale.

«Se Addio alle armi – continua Rotelli – è stato il libro che ha unito i due, un altro libro, Di là dal fiume tra gli alberi, che Nanda si rifiutò di tradurre dopo che era stata costretta a leggerlo durante una notte intera al Gritti di Venezia dove era stata convocata da Hemingway, segnerà un certo raffreddamento tra i due, anche se lo scrittore continuò a cercarla e a sentirla anche qualche giorno prima di spararsi».

Questa la storia di un’amicizia unica, ma quella storia tra Enrico e Nanda?

«Un’amicizia che mi ha aperto la vita, mi ha fatto capire quello che potevo fare nella vita, superando paure, insicurezze, anche le timidezze dovute al fatto che venivo da un piccolo centro di provincia come Schio e sono stato catapultato, grazie a lei, alla sua storia alle sue amicizie, nel mondo di grandi artisti e scrittori di qua e di là dell’Atlantico».

Quale è stata la cosa più emozionante di questa sua storia con questo mostro sacro della cultura novecentesca?

«Sicuramente il fatto che pur avendo lei 90 anni, e io poco più che ventenne, era la più giovane dei miei amici, con tutte le manie gli entusiasmi le passioni le fragilità le scempiaggini di un’adolescente. Però allo stesso tempo aveva molta fiducia in me e stavo bene e mi divertivo con lei, mi sentivo ben voluto».

Il ricordo più potente?

«I ricordi più belli sono quelli legati ai viaggi in macchina. Anche se non posso dimenticare gli incontri con personaggi straordinari che ho fatto grazie a lei. Ma quando viaggiavamo in macchina, io alla guida, lei affianco, tra noi c’era un’intimità profonda di racconti, di momenti condivisi, lei che mi raccontava la sua vita».

Il prossimo futuro di Enrico Rotelli che cosa prevede?

«Intanto un nuovo soggiorno oltreoceano, dopo New York, e per un tempo ancora non ben definito a San Francisco, e un nuovo romanzo, che però è ancora in alto mare».

Completano la serata a Lignano gli interventi musicali alla chitarra di Francesco Tirelli.

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