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Trent’anni di Friuli Doc, in tavola i prodotti della regione: sarà l’edizione con l’offerta più ricca di sempre 

UDINE. Trent’anni di Friuli Doc. Un anniversario importante quello della kermesse enogastronomica più attesa a Udine e in Friuli, che si prepara a vivere l’edizione più ricca e partecipata di sempre.

Con queste premesse è stato presentato nella mattinata di martedì 23 luglio l’annuale appuntamento con l’evento udinese.

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È un desiderio di ritorno alle origini a caratterizzare le parole del vicesindaco e assessore ai grandi eventi Alessandro Venanzi, tra i motori dell’iniziativa che, dal 12 al 15 settembre, punterà a riscoprire lo spirito di festa e la semplicità che ne hanno mosso i primi passi.

Udine, per l’occasione, si vestirà a festa: oltre 100 le bandiere e gli stendardi che sventoleranno nelle vie del centro storico, due le maxi grafiche da 15 metri quadrati che si ergeranno su Porta Villalta e Porta Aquileia. E poi 70 adesivi stradali, sei maxi-totem, due mostre popolari che ricorderanno la storia della manifestazione.

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Per la sua trentesima edizione, Friuli Doc, allarga il raggio d’azione. Non sarà più soltanto la kermesse del gusto della città di Udine ma metterà in vetrina le eccellenze di tutto il Friuli Venezia Giulia. I giorni da segnare sul calendario vanno dal 12 al 15 settembre.

«In piazza I Maggio, negli spazi organizzati dalla Regione Fvg, troveranno posto gli stand di Pordenone, Trieste e Gorizia, che durante Friuli Doc avranno modo di farsi promozione – è l’annuncio fatto già nella giornata di lunedì 22 luglio dal vicesindaco con delega a Turismo e Attività produttive, Alessandro Venanzi –. È la prima volta che accade, ma è naturale si vada in questa direzione: dobbiamo far conoscere sempre di più il “sistema regione”, e quale migliore occasione di Friuli Doc?».

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Eccellenze enogastronomiche ma anche cultura, sport e musica. «Accanto ai prodotti che ci qualificano e ci identificano nel mondo, come il prosciutto di San Daniele, il formaggio Montasio e i vini del Consorzio Uni.Doc – aggiunge Venanzi – Friuli Doc 2024 vedrà la presenza delle città Unesco, delle realtà sportive di primo piano e della musica. Accanto ai tradizionali palchi in castello, in largo Ospedale Vecchio e in piazza Libertà, confermati, ci saranno palchi in altre quattro piazze: Venerio, XX Settembre, Marconi e Garibaldi. Non solo grandi nomi ma anche band regionali: i talenti emergenti possono diventare uno strumento per connotare al meglio il nostro territorio».

Da qui a settembre, mano a mano che ci si avvicinerà all’evento, il Comune intende svelare una serie di novità. Per ora di certo c’è il perimetro della festa: via Portanuova, riva Bartolini, piazza S. Cristoforo, via Caiselli, via dei Rizzani, Largo del Pecile, via Zanon, via del Gelso, piazza Garibaldi, via Crispi, via Gorghi, via Piave, piazza Patriarcato e piazza I Maggio.

Cui si aggiunge l’area di via Aquileia da via Gorghi all’intersezione con via Zoletti. Tra le novità, oltre al logo, l’ampliamento degli orari per gli stand (dalle 17.30 all’una di notte, il venerdì e il sabato dalle 10 alle 2 di notte e la domenica dalle 10 a mezzanotte) e per l’allietamento musicale (il giovedì e la domenica fino a mezzanotte, il venerdì e il sabato fino all’una di notte).

Il riferimento identitario è uno degli elementi su cui Venanzi pone l’accento. «Al di là della corsa ai numeri che ha contraddistinto le ultime edizioni, la nostra ambizione è far emergere lo spirito del Friuli Doc organizzato nel 1994: il momento dell’anno in cui i friulani e udinesi si ritrovavano per trascorrere del tempo insieme – spiega –. Auspichiamo uno sguardo introspettivo della kermesse ma non come limite bensì come opportunità. I trent’anni vanno vissuti come il momento del ritorno a casa, non solo per ciò che si trova sul piatto ma per l’atmosfera che si respira».

Tra le novità, anche una mostra nell’ex chiesa di San Francesco per ripercorrere i 30 anni di Friuli Doc, dalle origini fino ai giorni nostri. «Un viaggio attraverso i luoghi, i colori e le proposte – conclude Venanzi – per incarnare il significato della kermesse con una storia radicata e tracciare il percorso da seguire per un evento che ha un grande futuro davanti».

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