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Sindaco sotto accusa per il saluto ustascia durante la cerimonia

Sindaco sotto accusa per il saluto ustascia durante la cerimonia

foto da Quotidiani locali

ZAGABRIA. «Due frasi non saranno mai antiquate e ci richiameranno sempre all’essenziale, ovvero ad essere pronti a difendere la nostra patria. Quelle due frasi, con cui concludo, sono: Dio e i croati e Per la patria, pronti!».

Il sindaco di Dubrovnik Mate Franković ha concluso così, domenica pomeriggio, il suo discorso durante l’inaugurazione, nella città di Imotski, di un piccolo parco commemorativo dedicato ai veterani della guerra d’indipendenza degli anni Novanta.

Lo slogan “Per la patria, pronti!”, in croato “Za Dom, spremni!”, fu usato durante la Seconda guerra mondiale dal regime ustascia dello Stato indipendente di Croazia (Ndh), il paese fantoccio alleato della Germania nazista e dell’Italia fascista e guidato da Ante Pavelić. Fondato nel 1941, lo Stato indipendente di Croazia perseguitò e uccise fino al 1945 centinaia di migliaia di serbi, ebrei, zingari e croati antifascisti.

Criticato duramente dall’opposizione, Franković ha spiegato su Facebook di aver pronunciato lo slogan non «nel contesto della Seconda guerra mondiale», ma piuttosto in quello della guerra d’indipendenza del 1991-1995. Durante la guerra d’indipendenza, infatti, l’espressione era stata adottata dal gruppo paramilitare croato Hos.

«Per noi è politicamente inaccettabile in tutti i sensi», ha tagliato corto il primo ministro Andrej Plenković, interpellato dalla stampa. Plenković è ancora leader dell’Unione democratica croata (Hdz), il partito di centrodestra a cui appartiene anche il sindaco Franković. La dichiarazione del suo collega di partito è insomma «inaccettabile e inopportuna», ha proseguito Plenković, aggiungendo che le istituzioni decideranno sulle «possibili conseguenze» per il sindaco.

Dopo l’intervento del premier, Mate Franković non ha più voluto commentare l’accaduto. Ma dalla stampa continuano ad emergere gli inviti a punire il sindaco di Dubrovnik e il ministro dei Veterani Tomo Medved, che ha applaudito il saluto ustascia. Lo storico Hrvoje Klasić, insegnante all’Università di Zagabria, chiede «un’alta sanzione pecuniaria» per entrambi. «Quando vediamo un membro di alto rango dell’Hdz pronunciare questo saluto e un altro applaudire freneticamente, penso che questo sia davvero un segno di rassegnazione e mi aspetto che il primo ministro Plenković adotti misure serie nei confronti di coloro che glorificano i saluti ustascia e coloro che li utilizzano», ha detto Klasić al settimanale Novosti.

«Sono passati ottant’anni dalla Seconda guerra mondiale. Trent’anni dalla guerra d’indipendenza», ha commentato il tagliente editorialista Boris Dežulović, «Se fossi un residente del resto del mondo, guarderei con ammirazione e invidia a questi – come dite che si chiamano – croati, che nel 2024, di tutte le sfide che ci aspettano, vedono come sfida essenziale l’essere pronti a difendere la propria patria dai serbi».

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