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“Il ritorno” di Masini e Panariello all’Alpe Adria di Lignano, tra gag e canzoni

“Il ritorno” di Masini e Panariello all’Alpe Adria di Lignano, tra gag e canzoni

foto da Quotidiani locali

LIGNANO. Il tour numero uno ha spaccato nel 2023, come si dice in gergo, e la proposta di un sequel, ovvero “Il ritorno”, è piovuta sulla testa dei due artisti come un improvviso scroscio estivo. Due chi? Giusto. Giorgio Panariello e Marco Masini già ospiti del Friuli lo scorso anno con “Panariello vs Masini 1” e nuovamente in scena mercoledì 24 luglio, alle 21.30, all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, a cura di Azalea.

Marco sta aspettando Giorgio per una chiacchierata con noi del “Messaggero Veneto”. «Bisogna avere pazienza con gli anziani – spiega la voce della coppia – si perde sempre nelle sue cose. Ma arriva. Con calma. Sai com’è».

Non è che adesso il comico mi è diventato lei Masini e il cantante Panariello?

Marco: «Dopo due anni di convivenza siamo bravi a entrare l’uno nelle abilità dell’altro. Io cerco di far ridere e Giorgio si sforza di cantare bene. La base ce l’ha, ma abbiamo speso un sacco di denari per dotarci di un Auto-Tune. Devo dire che se la cava egregiamente».

Giorgio: «Non fateci caso, il ragazzo qui dice cose senza senso. E poi, se proprio devo dirla tutta, quando mi proposero di fare uno show affiancato da un socio io feci dei nomi e Masini stava all’ultimo posto. Ma siccome gli altri mi dissero tutti di no, è venuto buono lui. L’avrà capito che noi si scherza parecchio, d’altronde è una specialità della casa Toscana. Ci divertiamo molto anche giù dal palcoscenico e quando l’intesa è totale l’arte ne beneficia».

Lunga tournée quest’anno? Vi fate compagnia anche in auto o viaggiate separati?

Marco: «Insieme, ma ognuno per i fatti suoi. Io m’infilo le cuffie e ascolto il calciomercato mentre Giorgio se ne sta in un angolino del sedile posteriore tutto raggomitolato con un colbacco in testa. È vero, teniamo l’aria condizionata a palla e Panariello si fa avvolgere dai giacconi da montagna. È terrorizzato di prendersi il raffreddore».

Giorgio: «Mi vogliono eliminare, questa è la verità. Alla guida c’è un signore piuttosto corpulento e raramente gli chiedo se può abbassare, quindi mi vesto come se fossi a Cortina, peccato che quando scendiamo c’è il Sahara».

Vorremmo sapere qual è stata la carrambata che vi ha fatto incontrare, nonostante il club regionale di appartenenza.

Giorgio: «Io e Masini diventammo amici dopo aver passato assieme un compleanno di Francesco Nuti. Ovviamente con Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. Ci muoviamo sempre in branco noi toscani. Passarono gli anni e, come dicevo, si presentò l’occasione di un nuovo show. Mi vennero subito in mente due nomi: Baglioni e De Gregori. Che lasciai perdere per impegni pregressi dei due. In realtà Marco, con la sua duttilità, mi sembrò più adatto a sostenere uno spettacolo di narrazioni e musica e così lo chiamai».

Marco: «Fui felice di sentire la sua proposta e accettai, mi pare pure superfluo dirlo. Giorgio si cambia spesso d’abito e aveva bisogno di qualcuno che riempisse il proscenio per non lasciarlo vuoto. “Magari intrattieni il pubblico con una canzone”, mi disse. Poi, come si accennava prima, alle volte io recito e lui gorgheggia. Ormai abbiamo raggiunto la serenità di affrontare qualunque sfida scenica».

Senza spoilerare, ci raccontate com’è organizzato “Panariello vs Masini 2”?

Giorgio: «Si tratta di viaggio attraverso le nostre esperienze di attore e di cantante. Io riesumo personaggi coi quali ho convissuto per decenni e Marco fa lo stesso con la sua musica.

Marco: «Il pubblico si aspetta di ridere con Panariello e spera di fare un flashback sentimentale con i miei brani. A noi piace sorprenderlo. Certo, se avessi avuto come partner Zalone sarebbe stato meglio, ma accontentarsi è saggio».

Giorgio: «Lo vedete da voi quanto comico mi è diventato il Masini a forza di frequentarmi?».

Una gag spontanea che vi è capitata durante il tour?

Giorgio: «Eravamo in un ristorante e il cameriere ci riconobbe. Con delicatezza si avvicinò a me chiedendomi un selfie. Ma volentieri, gli risposi. Il suo capo notò ’sta cosa e gli disse: “Non disturbare i clienti”. E il cameriere: «Lo so, ma è stato Panariello a chiedermi la foto. Un genio».

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