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I ricercatori dell’università di Trieste scoprono una nuova specie di crostaceo in Antartide

I ricercatori dell’università di Trieste scoprono una nuova specie di crostaceo in Antartide

foto da Quotidiani locali

Un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dall’università degli Studi di Trieste ha scoperto una nuova specie di gamberetto antartico - la ’Orchomenella rinamontiae” -, un crostaceo appartenente all’ordine degli anfipodi, individuato in prossimità della Stazione Antartica Italiana Mario Zucchelli da Piero Giulianini, zoologo e professore presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, durante la 33esima spedizione antartica italiana nella Baia di Terra Nova.

L’evento apre nuove strade per la ricerca e rappresenta un significativo passo avanti per una comprensione più approfondita della vita e della biodiversità marina nelle regioni più remote e inospitali del pianeta: la conoscenza delle comunità marine antartiche e delle specie che le compongono, infatti, è di fondamentale importanza per monitorare, attraverso i mutamenti che le vedono coinvolte, i cambiamenti globali dovuti alle attività umane.

«Lo scopo iniziale della ricerca era quello di verificare le risposte di una specie di gamberetto antartico al riscaldamento dei mari. Tuttavia, dalle analisi morfologiche e genetiche è emerso che alcuni dei campioni appartenevano a una specie mai descritta prima - spiega Piero Giulianini, zoologo e docente presso il dipartimento di scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste - la nuova specie appartiene ad un gruppo dominante ed endemico nelle acque antartiche, gamberetti spazzini che svolgono un ruolo chiave nelle comunità marine, consumando e disperdendo cibo di tutte le dimensioni.

Come fosse una cartina al tornasole, il monitoraggio dell’abbondanza e della diversità di questi gamberetti permetterà di capire gli impatti antropici in atto su questi delicati ecosistemi: l’impatto causato dall’uomo sull’ambiente, infatti, influisce negativamente sulle comunità marine, ostacolandone diversità e complessità. Non solo, nei nostri laboratori condurremo analisi per studiare come la nuova specie individuata risponda al riscaldamento degli oceani».

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