Ma chi ce lo fa fare di lavorare? Dopo Di Pietrantonio e Baricco, a Scenari ecco l’elogio dei fannulloni di Tlon
Impariamo ad essere fannulloni. In un’estate calda bollente, quando le energie fisiche e mentali sono rivolte a tutto fuorché al lavoro, ecco un “elogio dell’ozio” che rinfresca l’anima. Protagonisti, per la terza edizione di Scenari – Lo sguardo e il racconto a Modica (Ragusa), sono stati Maura Gancitano e Andrea Colamedici (gli ideatori della casa editrice Tlon). I due filosofi, agitprop dadaisti più o meno volontari, hanno messo in scena il proprio saggio, spiazzante e inappuntabile, Ma chi ce lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso – la fine di un incantesimo (HarperCollins Italia).
Una circumnavigazione millimetrica e disarmante attorno al concetto di lavoro. Altro che nobilitazione dell’uomo: siamo tutti, anche chi possiede i mezzi di produzione seppur in maniera minore, schiavi ipnotizzati di un costrutto fallace. “Che il lavoro sia un valore in sé, infatti, è una forma di superstizione moderna, molto più recente di quanto pensiamo e strettamente legata alla società di mercato. È una storia a cui abbiamo creduto e che sembra assurdo mettere in dubbio, ma che ogni giorno rivela sempre di più la propria inconsistenza. Del resto, è una bugia utile prevalentemente a chi si appropria della fatica altrui”, scrivono nel libro il duo Gancitano/Colamedici.
Insomma, perché abbiamo trasformato “un potenziale strumento di liberazione nella più sottile e pervicace forma di schiavitù mai apparsa sulla Terra”? Nel saggio, a Modica diventato fugace piece teatrale, tante le lampadine che si accendono nella macchina uomo-lavoro durante la lettura e l’ascolto (“si lavora per necessità e coercizione mai per scelta”), sfiorando tanto marxismo delle origine e tantissimo neoliberismo del presente, fino all’apice, addirittura comico della spiegazione di un altro concetto: il “lavorismo” ovvero l’ossessione (aggiungiamo noi: inspiegabile) per le perfomance di lavoro proprie e altrui. I Tlon sono tra gli ultimi ospiti di Scenari che hanno visto succedersi Alessandro Baricco, Selvaggia Lucarelli, il premio Strega 2024 Donatella Di Pietrantonio e domenica 28 luglio in chiusura, Luca Bizzarri.
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