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Presentato oggi il 4° rapporto sull’Intelligenza Artificiale in Italia. Impauriti e fiduciosi: gli italiani divisi

Presentato oggi il 4° rapporto sull’Intelligenza Artificiale in Italia. Impauriti e fiduciosi: gli italiani divisi

È stato presentato oggi – nella Sala degli Atti parlamentari presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, in Piazza della Minerva, 38, a Roma – il Quarto Rapporto sull’Intelligenza Artificiale in Italia realizzato da Ital Communications e IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) in collaborazione con Istituto Piepoli. Il convegno si è aperto alle 11 di […]

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È stato presentato oggi – nella Sala degli Atti parlamentari presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, in Piazza della Minerva, 38, a Roma – il Quarto Rapporto sull’Intelligenza Artificiale in Italia realizzato da Ital Communications e IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) in collaborazione con Istituto Piepoli. Il convegno si è aperto alle 11 di questa mattina e ha fornito un quadro dettagliato sull’impatto che l’Intelligenza Artificiale sta avendo sulla società. Ecco i dati

L’impatto sugli italiani – Dal rapporto emerge un primo dato chiaro: l’intelligenza artificiale è ampiamente diffusa in diversi ambiti, ma non è uniforme la reazione che suscita sulla popolazione italiana. Il 37% ha un’impressione positiva, un altro 37% mantiene una visione neutrale, mentre il 21% esprime paura e diffidenza. Non solo, dallo studio risulta che il 35% degli italiani associa l’Intelligenza Artificiale all’area tecnologica, il 26% considera l’IA il futuro e il 15% riconosce nel suo impiego vantaggi concreti nel supporto delle attività umane. Il 14% esprime emozioni negative e l’8% riesce a concretizzare le proprie paure. Il 66% degli individui, poi, si dichiara molto o abbastanza ottimista sugli sviluppi futuri dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 63% è fiducioso nei confronti dei sistemi attuali di IA. In questo quadro, risulta giocare un ruolo molto forte il panorama informativo e le nuove normative, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali.

Quanto conosciamo l’IA? – Riguardo al livello di conoscenza e competenza in tema di IA, un italiano su due dichiara di saperne qualcosa e solo il 6% di saperne molto. Uno su due ammette di saperne poco, il 6% di non saperne nulla. I giovani sono decisamente più informati degli adulti, con il 69% della popolazione tra i 18 e il 34 anni che dichiara avere conoscenze in materia. Tutte conoscenze – ammettono i giovani – costruite da autodidatti. Tra gli adulti, in generale più prudenti, c’è un 54% che dà fiducia alle nuove tecnologie.

Quale Intelligenza Artificiale? – Come si evince dal Rapporto, il 69% degli italiani utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’IA. La diffusione è quasi totale presso i giovani (83%), mentre diminuisce negli adulti (57% tra gli over 54enni). Per quel che riguarda le tipologie di tecnologie utilizzate, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di IA Generativa, citate da circa il 30% delle persone. Il 31% degli individui – soprattutto tra gli over 54enne – ha dichiarato di non avere ancora mia utilizzato tecnologie basate sull’IA.

Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e alla Transizione Digitale, ha ricordato che: “il Governo ha promosso un disegno di legge sul tema dell’IA avviando un ampio dibattito in Senato. Colpisce il dato emerso dal Rapporto Ital Communications-IISFA, ovvero il timore degli over 50 relativo all’impatto dell’IA sull’occupazione”.

L’incontro, moderato dal direttore de IlFattoQuotidiano.it Peter Gomez, si è concluso con una maggiore consapevolezza in merito alle preoccupazioni e le incertezze della popolazione. “Non condivido – ha aggiunto Butti – lo scenario distopico che viene spesso rappresentato. È evidente che cambieranno le competenze, pertanto dovremo operare in sinergia con tutti gli stakeholders nell’ottica di cambiare i profili di formazione”. E ha concluso: “Questo Paese deve dotarsi di una politica industriale seria in materia di IA. Inoltre, attraverso lo sviluppo tecnologico potremo far progredire il mondo della scienza con ripercussioni importanti su settori determinanti come quello sanitario”.

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