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Faida nel mondo della trap milanese e padovana: arrivano le condanne 

Faida nel mondo della trap milanese e padovana: arrivano le condanne 

foto da Quotidiani locali

È il ritorno delle guerre tra bande che di West Side Story non ha che la violenza e una rivalità senza compromessi. E la musica a farne da colonna sonora non ha nulla a che vedere con le melodie alla Bernstein, ma è un trap impregnato di testi violenti che fanno sfoggio di riferimenti al mondo della microcrimialità.

Sono questi tratti distintivi della sanguinosa faida tra trapper milanesi e padovani, che negli ultimi due anni ha trasformato la violenza in una faccenda pubblica, con tanto di rapimenti e accoltellamenti ripresi e condivisi sfrontatamente sui social. La Corte d’Assise di Milano ha parlato di una «escalation di violenza e giustizia spettacolo» nel motivare la sentenza di condanna del cantante Simba La Rue – al secolo Mohamed Lamine Saida – che il 17 giugno è stato condannato a 3 anni e 9 mesi di reclusione (con una riduzione di pena rispetto ai 4 anni dati in primo grado).

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Al centro del procedimento giudiziario ci sono le accuse per lesioni e rapina nel corso di un’efferata aggressione del primo marzo 2022 a Milano. Un gesto commesso dalla fazione del milanese Baby Gang (sebbene questo non vi avesse preso parte) ai danni di alcuni membri del gruppo rivale del padovano Mohamed Amine Amagour, in arte Baby Touché. Azione che il tribunale ha chiarito essere stata commessa «per sfregio e punizione» nonché per «mortificare» la vittima del clan euganeo. A testimoniare l’efferatezza è il fatto che nell’aggressione fosse stato sfoderato un coltello, ripreso dalle telecamere a circuito chiuso i cui filmati sono stati analizzati dagli inquirenti per ricostruire l’episodio.

Non sono state solo le telecamere “esterne” a ricostruire la vicenda, ma anche quelle interne. Alcune scene, quando le vittime sono state sottomesse e rese inermi, erano state filmate coi cellulari direttamente dai carnefici, e ripubblicate sui social per creare l’effetto «giustizia spettacolo» descritto dalla magistratura milanese.

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Sarebbe stato Simba La Rue, secondo la Corte, a «guidare» il brutale agguato. I giudici, però, hanno deciso di ridurre la pena per il trapper, difeso dal legale Niccolò Vecchioni, per «dare un segnale di fiducia, a fronte delle manifestazioni di resipiscenza, sfociate anche nel versamento di una somma di denaro, a titolo del risarcimento del danno» alla vittima. Per questo la condanna è stata diminuita a poco meno di 4 anni di detenzione.

Per una ragazza che ha partecipato al pestaggio al fianco del trapper milanese fungendo da esca, per la Corte non si può arrivare alla riduzione anche perché già le è stato inflitto il minimo della pena. La giovane ha manifestato, comunque, «disponibilità alla violenza», «sintomo di un disagio personale serio». Per il sequestro e pestaggio il 9 giugno 2022 del padovano Baby Touché, rivale di Simba, non si arriverà invece a sentenza per la mancata denuncia della vittima (in virtù della riforma Cartabia sui reati a querela di parte).

In quell’occasione le scene del giovane di origini marocchine, rinchiuso in un’auto senza possibilità di fuga dopo essere stato picchiato, erano state pubblicate in live su TikTok. Milioni i giovani spettatori che avevano assistito alla vicenda in diretta internet.

Si tratta comunque di due episodi marginali sebbene assolutamente fondamentali per capire il ciclo di azione e reazione, attacco e vendetta, portati avanti dai trapper delle baby gang del Nord Italia. In quel vortice di violenza era finito anche Baby Touché, originario di Monselice, ormai destinatario di tre fogli di via dalle città di Vicenza, Venezia e Padova a causa delle reiterate violenze di cui è stato accusato. L’ultima nella città del Santo, nel giugno 2023, quando il giovane padovano aveva aggredito due persone nel parcheggio del Pride Village con un tirapugni.

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