World News

Maestra arrestata, nell’asilo nido di Ronchi sgridate, modi bruschi e punizioni nello stanzino

Maestra arrestata, nell’asilo nido di Ronchi sgridate, modi bruschi e punizioni nello stanzino

foto da Quotidiani locali

MONFALCONE Anonima, la prima segnalazione. Ma poi ne erano seguite altre, più circostanziate. Che a marzo avevano dato il la agli approfondimenti dei carabinieri del Nas, chiamati a verificarle. E dopo quattro mesi di indagini, puntellate da intercettazioni ambientali e filmati delle telecamere nascoste, qualcosa è saltato fuori. Non casi di violenza fisica in senso stretto, ma senz’altro verbale. Atteggiamenti bruschi, rimproveri severi, sgridate. E, in alcuni episodi, perfino bimbi in tenera età finiti chiusi da soli in una stanzetta isolata, l’antibagno.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14500449]]

Arresti domiciliari

Anche da qui bisogna partire per dipanare il gomitolo della vicenda dell’asilo nido privato di Ronchi dei Legionari, dove da venerdì all’alba la poco meno che sessantenne maestra legale responsabile delle cooperativa cui è demandata la gestione diretta della struttura è sottoposta agli arresti domiciliari, accusata dalla Procura di Gorizia di presunti maltrattamenti ai bambini – una ventina in tutto gli iscritti – e frode a enti pubblici, nel dettaglio Regione e Comune. Le viene infatti addebitato dagli inquirenti d’aver fatto «figurare una fornitura di pasti in quantità superiore rispetto a quelli realmente somministrati» ai piccoli, di età compresa tra i 12 mesi e i 3 anni.

La segnalazione ai carabinieri

Si deve dunque metterli in fila, tutti questi fatti, analizzarli. E stamattina, all’interrogatorio di garanzia con il magistrato dove la donna sarà assistita dall’avvocato di fiducia Fabio Zamparutti, potrebbe esserci una prima occasione per farlo, per discutere di questo caso partito da «alcune segnalazioni». Qualche genitore aveva forse colto un segnale d’allarme, al rientro a casa del bambino dal nido ronchese? Di certo qualcuno lo scorso inverno aveva informato i carabinieri e così a marzo il Nucleo antisofisticazione e sanità di Udine, coadiuvato dal comando provinciale isontino nella fase esecutiva dell’ordinanza di misura cautelare disposta dal Gip, era intervenuto piazzando microfoni e telecamere nell’asilo gestito a Ronchi dalla cooperativa.

Numerosi maltrattamenti

Le successive attività investigative, coordinate dal sostituto procuratore Gian Marco Maffei, «hanno permesso di documentare – così il Nas in una nota diramata martedì – numerosi episodi di maltrattamenti ai danni dei bambini». E di appurare «l’entità della frode commessa»: in pratica forniture dei pasti inferiori al numero dei bimbi presenti. Il cibo veniva suddiviso in razioni più piccole (circa la metà del pattuito), ritenute inadeguate dagli inquirenti, a fronte peraltro del regolare versamento della retta da parte dei genitori. Un aspetto, questo, già l’altro giorno smentito però dalla controparte, con l’avvocato Zamparutti, a ricondurre tali aspetti a una «razionalizzazione per evitare gli sprechi, dal momento che il 50% del cibo sarebbe stato altrimenti gettato via». L’assistita, attraverso il legale, s’è dichiarata «estranea a ogni addebito», sicura di «disporre di validi strumenti per ricondurre i fatti contestati a ogni singolo operato», escludendo oltretutto recisamente «episodi maltrattanti», nella convinzione di poter anche portare testimonianze di genitori invece soddisfatti del servizio reso.

Sono state le «fonti di prova ottenute dal personale del Nas» nei quattro mesi d’attività a consentire al Gip del Tribunale di Gorizia Flavia Mangiante di emettere la misura cautelare, richiesta dalla Procura, nei confronti della maestra. Si rammenta che nell’attuale fase vige, oltre che l’assoluto riserbo, anche la presunzione d’innocenza dell’indagata, fino all’eventuale sentenza definitiva di condanna.

Preoccupazione e allarme

Una vicenda che comunque ha destato preoccupazione e allarme. Martedì, quando ancora non si sapeva quale fosse il nido finito al centro dell’inchiesta dei Nas, già genitori e cittadini ronchesi si rivolgevano, alle prime frammentarie informazioni, al centralino dell’Arma e pure alla stazione dei carabinieri di Ronchi per chiedere lumi, notizie sull’attività investigativa in corso. Senza poter essere chiaramente accontentati, dato che va osservato il segreto istruttorio. Della stessa indagata, ma qui a tutela delle piccole presunte vittime di questa storia, si omettono le generalità, come i riferimenti dell’asilo.

Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni per chiarire eventuali ulteriori profili di irregolarità nella conduzione della struttura privata. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Читайте на 123ru.net