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Diritti tv, la Serie A fa causa alle agenzie e riapre ai fondi



La Serie A va allo scontro e chiede 3 miliardi di risarcimento danni alle agenzie che si sono occupate della commercializzazione dei diritti tv del massimo campionato all'estero dal 2008 al 2018. Non una novità, visto che tutto parte da un pronunciamento dell'Antitrust che nel 2019 ha certificato l'esistenza di un cartello che ha a lungo limitato la concorrenza e ridotto i potenziali ricavi. Nel mirino le agenzie media IMG, MP & Silva e Be4 che, secondo quanto riportato da Reuters, si sarebbero accordate per presentare offerte al ribasso e per questo sarebbero state citate in giudizio dai club della Serie A.

La cifra quantificata è di 1,8 miliardi di euro (180 milioni di media per ciascuna delle dieci stagioni interessate dal dispositivo dell'Antitrust) ma la stima sale, almeno secondo quanto confermato da Francesco Anglani, partner dello studio legale BonelliErede a Reuters: la somma delle richiesta dei singoli club supererebbe, infatti, i 3 miliardi di euro e dentro ci sono sia le grandi società della Serie A che altre nel frattempo non più presenti al massimo livello perché retrocesse.

Secondo le parole di Francesco Anglani a Reuters "è la prima volta che un'azione antitrust per danni è stata intentata in Italia per importi così significativi". Una tesi respinta dalle agenzie media coinvolte e che già all'epoca dell'istruttoria dell'Antitrsut hanno negato con forza ogni tipo di responsabilità nella creazione di un cartello, appellando alla coerenza di quanto incassato rispetto ai prezzi del mercato di quel periodo.

A cinque anni dalla pronuncia dell'Antitrust si avvicina, però, il momento della verità. I periti del tribunale dovrebbero depositare le loro valutazioni circa eventuali risarcimento danni entro la primavera del 2025 e poi toccherà ai giudici stabilire la cifra. Nessun accordo extragiudiziale è stato trovato nei mesi scorsi. La novità, però, è che la Lega Serie A non avrebbe abbandonato il progetto di coinvolgere fondi di investimento che siano specializzati nella commercializzazione dei diritti televisivi, anche a costo di aprire il proprio capitale. Ipotesi fin qui sempre scontratasi con l'opposizione della maggior parte delle società, con un vero e proprio scontro quando a guidare la Lega era il presidente Del Pino. Ma anche cedendo il credito per avere a disposizione liquidità immediata.

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