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Il governo vuole i caselli: sfuma la holding veneta. Zaia potrebbe scaricare per perdite della Pedemontana

Dopo limature e rinvii l’atteso disegno di legge sulla concorrenza arriva venerdì mattina, 26 luglio, in Consiglio dei ministri.

Con due importanti ricadute per il Veneto e per l’intero sistema economico del Nord Est. Nelle bozze circolate nelle ultime ore è infatti presente un articolo che permette di trasferire al ministero dei Trasporti le tratte autostradali a pedaggio di cui il dicastero non è concedente, tra queste la Superstrada Pedemontana Veneta i cui conti da tempo preoccupano non poco gli uffici della Regione.

Addio alla holding veneta

Quindi, se a Venezia da un lato possono brindare allo scampato pericolo di dover far fronte a un possibile buco finanziario, dall’altro però devono dire addio al sogno federalista di creare una grande holding autostradale del Nord Est con al centro Concessioni autostradali venete.

Il progetto accarezzato da anni dal presidente Luca Zaia e dall’assessore Elisa De Berti deve essere talmente piaciuto al ministro Matteo Salvini che quest’ultimo ha deciso di trasferirlo direttamente a Roma. Si basa infatti sul modello pensato in Veneto la riforma del settore che è stata inserita nel Ddl Concorrenza e che verrà approvata a Palazzo Chigi.

La riforma che arriva in Consiglio dei ministri rovescia completamente ciò che in Italia è la prassi. Alla scadenza della concessione non ci sarebbe più rinnovo automatico, ma sarebbe lo Stato ad incassare i pedaggi e quindi gli utili, riconoscendo al concessionario un canone per la manutenzione e i nuovi investimenti.

Il nodo pedaggi

Il contrario di quello che accade oggi, dove è il concessionario che paga un canone di affitto allo Stato e incassa i pedaggi. Secondo Salvini, inoltre, servirà una tariffa autostradale unica nazionale: un tanto al chilometro per la manutenzione, ma una tariffa variabile sui nuovi investimenti. E una delle prime concessioni ad essere coinvolta dalla riforma è la Brescia-Padova, una delle più remunerative in Italia e attualmente in capo ad A4 Holding, che scadrà alla fine del 2026.

Proprio su questa tratta avevano messo gli occhi Zaia e De Berti nella speranza che alla scadenza venisse affidata a Cav. Alla quale toccherà la stessa sorte nel 2032 alla scadenza della sua concessione.

La Pedemontana Veneta

Per quanto riguarda invece la Pedemontana Veneta va sottolineato che quanto previsto dalle bozze del Ddl è allo stato attuale una possibilità. La norma prevede infatti «il trasferimento dell’infrastruttura al Demanio statale». Nei rapporti con i gestori (per quando riguarda la Pedemontana il consorzio Sis) non cambierebbe nulla.

«L’eventuale trasferimento delle tratte autostradali interessate di cui sopra avviene senza soluzione di continuità e alle medesime condizioni previste nelle relative convenzioni vigenti, costituendo esclusivamente una modifica soggettiva del concedente», recita il testo.

I commenti

«Da federalista devo dire che non è un bel messaggio», spiega il forzista Flavio Tosi, da poco trasferitosi al Parlamento europeo, «le regioni creano il buco e poi lo copre lo Stato. Credo sia necessario aggiungere almeno una postilla: ossia che lo Stato possa subentrare solamente quando la concessione che assorbe non è in passivo».

Dello stesso tenore l’analisi di Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera. «L’autonomia di Salvini e Zaia si risolve nel trasferire i debiti regionali allo Stato?», domanda, «hanno voluto la Pedemontana ed ora, di fronte alle perdite della società, cosa fanno? Le scaricano sulla fiscalità generale con un codicillo nella prossima legge di concorrenza che consentirebbe di spostare la competenza delle tratte autostradali a pedaggio al Ministero dei Trasporti, per trasferire il buco veneto alle casse statali. Questo non è il modo di governare un Paese, è solo un mercimonio di favori tra amici».

Tutto questo mentre Bruxelles chiede di seguire la regola delle gare pubbliche aperte per le concessioni e di ridurre il ricorso agli affidamenti “in house”, escludendo ogni forma di rinnovo automatico alla scadenza delle concessioni.

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