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Ebden, fra servizi da sotto e il ritiro in singolare: “Durante il match ho pensato…alle ciambelle. Bello chiudere qui.”

Matthew Ebden commenta con un pizzico di autoironia la sua uscita di scena al primo turno del torneo olimpico per mano di Novak Djokovic. “con Novak non si ha mai la sensazione di poter vincere il punto.”

“Ieri ho fatto un tiebreak d’allenamento. È stata la prima volta che giocavo in singolo da due anni.confessa un Ebden tutto sommato soddisfatto, nonostante l’1-12 preso sullo Chatrier da Djokovic. Trentaseienne, l’australiano, numero tre in doppio – specialità nella quale, in coppia con Purcell prima e Bopanna poi, ha conquistato due Slam (Wimbledon 22 e Australian Open 24) e ha raggiunto altre due finali – annuncia in sordina, ed in maniera un po’ improvvisata il suo ritiro dal singolare. “Beh, pensandoci questo è stato a tutti gli effetti il mio ultimo match di singolare. E’ stato bello poter finire sullo Chatrier, dove non avevo mai giocato (a Parigi non ha mai vinto una partita, ndr) con Djokovic, che non avevo mai affrontato. Era un po’ un mio obiettivo di vita, chiudere alle Olimpiadi.”

I massimi risultati della carriera di singolarista di Ebden – che al massimo è stato trentanove, mentre in doppio a febbraio ha raggiunto per la prima volta la prima posizione mondiale – sono i quarti al 1000 di Shangai (2011 e 2018) e la finale a Newport (2017). “Oggi, l’obiettivo era non infortunarsi, altrimenti Leyton (Ovviamente Hewitt, ndr) si sarebbe arrabbiato. Almeno ho vinto un gioco.” Ebden racconta delle impressioni nel giocare con Djokovic per la prima volta: “Giocavi il punto, ma non avevi mai davvero l’impressione di poterlo vincere. Alla fine, gli ho detto che mi dispiaceva di non essere riuscito a dare un po’ di più. Ho cercato di dare al pubblico del tennis da guardare, e di tenere Novak il più possibile dentro al campo. Ci ho provato. Ora sono felice che probabilmente ci sarà il match con Nadal.”

Matthew ha rivelato alcuni suoi pensieri e sensazioni durante l’evolversi del match: “A cosa pensavo? Alle ciambelle: sarebbe stato divertente se mi fossi ritirato con un doppio bagel (astratto dal gergo tennistico, è un pane a forma di ciambella, e simboleggia lo zero, ndr). A un certo punto del secondo set ero sotto 0-40 e mi sono detto: “Potrei fare un servizio da sotto. Contro Djokovic, sullo Chatrier, nel mio ultimo match di singolare. Sarebbe una storia da raccontare”. Non gli è andata bene neanche in quella circostanza, ma sicuramente Matthew Ebden avrà questa e molte altre storie da raccontare, riguardo alla sua comunque ottima carriera di singolarista, conclusasi oggi.

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