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I 120 giorni per trasformare l’aeroporto di Gorizia in casa dei concerti

GORIZIA «I concerti non impatteranno sull’operatività dell’aeroporto. Cioè, non intaccheranno minimamente la sua natura. I voli non si potranno effettuare solamente nelle giornate in cui ci saranno gli eventi. E i lavori riguarderanno un’area esterna alle piste».

A scandirlo, con estrema chiarezza, sono il presidente della società consortile Antonino Vivona e la sua vice Elisa Hoban. Assieme ad Alessandro Spanghero, terzo componente del Cda, stanno lavorando a pieno ritmo per il rilancio dello scalo.

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Enac e Anas

«Settimana prossima - annuncia Vivona - invieremo a Enac (Ente nazionale aviazione civile) la bozza definitiva del Piano di destinazione d’uso delle aree: rappresenta, di fatto, lo strumento urbanistico di attuazione che permetterà di identificare le regole generali per la divisione in lotti, per la costruzione di eventuali edifici ad uso industriale aeronautico e per la progettazione delle reti di servizi di cui l’aeroporto dovrà dotarsi. L’ente lo valuterà e arriverà, così, l’ok sia per il parco fotovoltaico sia per i grandi eventi. Già, perché la partita è doppia e porterà, finalmente, a uno sviluppo in grande stile della nostra attività».

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«I grandi eventi - fa eco Hoban - non necessiteranno di strutture fisse. Gli appalti saranno a cura del Comune e la necessità è quella di correre visto l’obiettivo di dar vita al primo maxi-concerto a maggio. Non sono interventi particolarmente grandi, non sono di ordinaria manutenzione ma siamo molto vicini a tale tipologia. A breve, inoltre, Anas convocherà la conferenza di servizi per la rotonda. L’obiettivo è di iniziare i lavori in dicembre. Per gli interventi in aeroporto la speranza è di dar loro avvio quanto prima. E permettetemi di aggiungere una cosa: la bonifica bellica riguarderà solamente l’area del backstage e non tutta l’area aeroportuale. Possiamo dire che iniziamo a intravvedere un futuro di stabilità».

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I dettagli

Si tratta di realizzare, in aeroporto, tutto il necessario a ospitare grandi eventi, quindi area stage, area backstage, zona dedicata al pubblico e vie d’esodo. Sono stati, così, individuati i seguenti interventi per trasformare il Duca d’Aosta in “campovolo”: realizzazione di sottoservizi funzionali all’operatività dell’area (fognature, fornitura idrica, fornitura elettrica, cablaggi di rete, ecc), analisi degli aspetti geologici e geotecnici dei suoli ed eventuale compattazione per ospitare la zona stage e back-stage secondo le rispettive diverse esigenze, individuazione e perimetrazione delle vie d’esodo, realizzazione di varchi nelle recinzioni perimetrale aeroportuale funzionali alle necessità di capienza massima dell’area in occasione degli eventi, nuova realizzazione e/o sistemazione delle recinzioni perimetrali aeroportuali in base alle diverse casistiche e necessità. In base all’accordo di programma, l’acquisto e la posa in opera di attrezzature, allestimenti e impianti amovibili per la realizzazione degli eventi rientra tra gli impegni della Società consortile dell’aeroporto.

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I 120 giorni

I lavori dovranno esser eseguiti tenendo conto non solo che l’area ricade all’interno della normativa Enac per gli aeroporti minori, ma anche che vi sono norme igienico-sanitarie di competenza regionale e urbanistiche legate al quadro normativo nazionale e regionale. Ritenendo plausibile un affidamento dei lavori al massimo entro dicembre 2024, le attività di esecuzione dei lavori dovranno avere una durata massima di 120 giorni, fermo restando che l’opera è costituita da un unico lotto che dovrà essere terminato in tempo utile per maggio 2025. —

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