World News

Ragazzi violenti a Muggia, i residenti: «Mai visto qui così tanto disturbo, le provocazioni iniziano sul bus»

Ragazzi violenti a Muggia, i residenti: «Mai visto qui così tanto disturbo, le provocazioni iniziano sul bus»

I residenti e i bagnanti alternano stupore e rabbia per la sgradita novità: «Non si può dire nulla, altrimenti si fomenta soltanto la loro reazione»

MUGGIA L’incredulità si è presto tramutata in rabbia. E la rabbia talvolta è sfociata in rassegnazione. Che la stazione degli autobus di Muggia non fosse esattamente un’oasi di tranquillità, era già noto negli anni passati, vista la massa di persone che da sempre vi transita d’estate. I residenti però non vi facevano caso, abituati a convivere con disagi in fondo limitati. Ma da alcuni mesi a questa parte, con l’inizio della bella stagione, la vita per chi gravita attorno a piazzale Curiel è sensibilmente peggiorata.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14511503]]

Così la prima reazione che si incontra reca i segni di una sorpresa. Nel caldo sabato muggesano, chi passeggia attorno alla stazione si lascia sfuggire espressioni d’insofferenza, mentre guarda alle turbe di ragazzi assiepati sulla pensilina. In questa quantità, qui, non si erano mai visti. «Qualcuno salta sui bidoni dell’immondizia, qualcun altro sputa per terra», racconta Maiola Gigliola, residente nel comune rivierasco. «A me mandano sempre a quel paese». E si potrebbero riportare altre decine di testimonianze dello stesso tenore.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14509743]]

Ma, stando a sentire la voce di abita nei paraggi, non sono tanto i singoli episodi eclatanti a catturare l’attenzione. È piuttosto la nuova «normalità» estiva alla quale si è dovuta abituare una parte dei muggesani che desta sconcerto. Normalità che spinge Elisabetta ad affermare: «Non voglio rivelare il mio cognome, perché altrimenti mi distruggono una finestra».

Lo afferma con un sorriso, ma il suo sguardo è tutt’altro che ironico. «La situazione è allo sbando – dice la donna – e per noi non c’è mai pace». Elisabetta si azzarda a tentare una spiegazione: «Da mamma, mi sembra che i ragazzi non abbiano un riferimento. Il problema è educativo, ci sarebbe bisogno di una stretta, di una presa di posizione forte da parte dei loro genitori. Perché la strada non è una maestra di vita».

Oltre ai residenti, a fare i conti con questo inedito fenomeno sono gli esercenti che lavorano nei pressi della stazione degli autobus. Franco Mondo è titolare dell’edicola e tabaccheria che si trova esattamente di fronte al punto d’arrivo dei mezzi. «È un casino», racconta. «Ho assistito nei giorni scorsi a una piccola rissa davanti al mio negozio, mentre alcuni ragazzi si siedono costantemente sulla mia moto parcheggiata». Franco ha provato a farglielo notare, a interagire con loro. «Ma sono spesso maleducati. Dà fastidio perché sono privi di educazione o del semplice rispetto».

Va meglio nel “Bar Albino”, forse perché più lontano rispetto al fulcro della stazione. «A me non danno fastidio – spiega Anna, una delle bariste – sono cose che si sono sempre viste, magari solo con meno arroganza». E aggiunge, con una nota di sarcasmo: «Entrate nei bar e vedrete quali sono i veri disagi».

Sarebbe tuttavia un quadro incompleto, se ci si limitasse a quanto detto finora. Perché i problemi iniziano prima dello sbarco dei ragazzi a Muggia: iniziano sugli autobus, specialmente a bordo della linea 20. E finiscono dopo, quando sono ormai arrivati al mare.

Pertanto i primi a patirne le conseguenze sono gli autisti. Anche loro preferiscono restare anonimi, ma nelle dichiarazioni fra una corsa e l’altra emergono alcuni aspetti interessanti. «Abbiamo smesso di reagire quando qualche ragazzo disturba gli altri passeggeri, mettendo musica ad alto volume o importunandoli in altro modo». Perché, dicono, «non serve a niente, fomenta soltanto la loro reazione». Perciò si affidano alle forze dell’ordine, nell’auspicio che la loro presenza funga da deterrente.

Infine, ci sono i bagnanti. Soprattutto quelli del molo T e della parte finale del lungomare Venezia. I quali, in molti casi, hanno introiettato la stessa rassegnazione di chi frequenta la stazione degli autobus. «Il contesto sta degenerando sulla costa, dove da sempre ci sono molti ragazzi, ma mai con così tanti disturbi», spiega Marina Bondel, mentre è intenta a prendere il sole lungo il molo T. Anche secondo Marina la spiegazione del fenomeno va cercata nell’educazione dei giovani. Nel frattempo, guarda stupita e preoccupata i controlli di polizia che si stanno svolgendo alle sue spalle.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Читайте на 123ru.net