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In Dalmazia il mare a oltre 30 gradi causa la moria di mitili

RAGUSA Una “strage”. Non si potrebbe definire altrimenti quanto accaduto in questi giorni nel Canale di Stagno Piccolo, nella Dalmazia meridionale (a pochi chilometri dall’antica Ragusa), dove la moria di mitili ha interessato l’80 – 90% della produzione.

Una situazione che non si ricorda a memoria d’uomo, causata quasi certamente dalle temperature estremamente elevate del mare, che in alcune zone ha addirittura superato i 30 gradi centigradi. Un’acqua “quasi bollente”, che ha provocato l’asfissia di quintali di molluschi bivalvi, gettando nella disperazione diversi allevatori locali.

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Parliamo di quella che è l’area con la più alta produzione di “pedoci” in Croazia, con una media annua di circa 500 tonnellate, il che rappresenta il 60% del quantitativo a livello nazionale. La situazione peggiore la si registra nell’insenatura Brijesta, dove è concentrato il maggior numero di allevatori e dove il surriscaldamento del mare ha creato i problemi più grandi.

Basti ascoltare i fratelli Lazic, il cui impianto si estende su una superficie di 10 ettari. «Il caldo ha ucciso il 90% delle nostre cozze – si è lamentato Zdravko Lazic – sono 25 anni che facciamo questo lavoro e mai si era verificato qualcosa del genere, neanche alle generazioni che ci hanno preceduti. Purtroppo il riscaldamento globale non ci sta dando scampo e noi risultiamo impotenti. Per fortuna che almeno le ostriche stanno resistendo a questa ondata di calore. Mesi e mesi di lavoro sono stati così distrutti dalle condizioni meteomarine».

L’allevatrice Mila Prlaguzic ha raccontato che, quando si estrae una corda contenente circa 50 chili di mitili, quelli sani sono proprio pochi. Nella vicina baietta di Bistrina, il quadro si presenta decisamente migliore, grazie alla presenza di fonti d’acqua dolce e fredda (a circa 11 gradi) che costituiscono la salvezza per i molluschi. —

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