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Il patriarca di Venezia trasferisce il parroco di Santi Apostoli: la protesta dei parrocchiani

Il patriarca di Venezia trasferisce il parroco di Santi Apostoli: la protesta dei parrocchiani

foto da Quotidiani locali

Sta suscitando stupore e indignazione a Cannaregio la decisione del patriarca Francesco Moraglia di trasferire a sorpresa don Raffaele Muresu, 52 anni, parroco di Santi Apostoli, all’ospedale di Mestre.

Un fulmine a ciel sereno, che sta provocando discussioni e accese proteste tra i parrocchiani.

Don Raffaele Muresu e la comunità di Santi Apostoli

Don Raffaele Muresu è uno dei più attivi e amati parroci della Curia, capo di una comunità solida e numerosa, autore di molte innovazioni nella gestione della chiesa che hanno ottenuto come effetto nuove adesioni di fedeli e soprattutto di gruppi giovanili. È stato lo stesso Muresu a comunicare il fatto con uno scritto sul numero straordinario della rivista on line “Strada Nova”, bollettino di informazione che lui stesso aveva creato qualche anno fa.

Il messaggio di addio di Don Raffaele Muresu

«Carissimi», scrive il don, «interrompo la pausa estiva del nostro Bollettino perché troppo importanti sono gli ultimi avvenimenti che ci hanno raggiunto». «Le comunicazioni che il Vicario generale è venuto a portare a nome del patriarca circa il futuro delle nostre comunità hanno lasciato tutti in silenzio e nell’amarezza». La cronaca dei fatti, dice don Raffaele, è necessaria anche perché qualcuno si è permesso di fare ipotesi senza conoscere i fatti, nel chiacchiericcio che muove soprattutto preti che non hanno altro da fare nel vuoto delle loro chiese».

Una puntata polemica che non è usuale per don Muresu. Noto per la sua serietà e la sua devozione. Che al contrario riempie la sua chiesa durante le feste e nei giorni feriali, e ha attirato con le numerose attività numerosi giovani e volontari. Alla fine il prete è costretto ad accettare la proposta. Di andare a fare il cappellano nell’ospedale dell’Angelo a Mestre, lasciando la sua amata parrocchia. Non ne capisce il motivo.

«Allo scadere naturale della nomina ad novem annos mancavano due anni. Non ci sono nemmeno motivi di salute. Sto meglio di quando sono arrivato», continua. «Obbedisco e parto perché il Signore mi chiama altrove», conclude.

Reazioni dei parrocchiani al trasferimento di Don Raffaele Muresu

Al posto di Muresu il patriarca ha nominato Paolo Bellio, un prete giovane che solo quattro anni fa era stato nominato “superparroco” dei Carmini e San Trovaso. Autore anche del restauro di un prezioso affresco nella chiesa di San Nicolò dei Mendicoli. Ma i parrocchiani non vogliono lasciare il loro Raffaele, e annunciano mobilitazione. Era già successo altre volte negli ultimi anni, quando ad esempio era stato trasferito da Venezia a Rovereto frate Nicola Riccadona, parroco dei Frari che aveva innovato profondamente la comunità introducendo gruppi e iniziative per i giovani.

«Per quanto possiamo affezionarci ai nostri cappellani, parroci o vescovi la nostra radice è in Cristo», risponde nello stesso bollettino il patriarca Francesco Moraglia, «una parrocchia non è un’isola e non dipende in modo esclusivo dal parroco. I cambiamenti fanno bene. Accogliamoli con fede, speranza carità e cuore magnanimo». «Non riusciamo a capire», dice un parrocchiano sconsolato, «quale sia la logica di questo allontanamento. Questa parrocchia funziona benissimo e tutti noi vogliamo bene al nostro parroco. Speriamo ci ripensino».

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