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Era convinto di chattare con Dua Lipa, illuso e truffato: trovato nell’Adda il corpo di Gianfranco Bonzi

Dua Lipa, la rockstar inglese di origine albanese, gli mandava messaggi sui social e chattavano in continuazione, ma era solo una truffa. E cosi Gianfranco Bonzi, il portiere di un condominio milanese scomparso quattro mesi fa, non ha retto alla delusione. E’ suo il corpo ritrovato sull’Adda lo scorso 22 giugno, dopo i rilievi fatti […]

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Dua Lipa, la rockstar inglese di origine albanese, gli mandava messaggi sui social e chattavano in continuazione, ma era solo una truffa. E cosi Gianfranco Bonzi, il portiere di un condominio milanese scomparso quattro mesi fa, non ha retto alla delusione. E’ suo il corpo ritrovato sull’Adda lo scorso 22 giugno, dopo i rilievi fatti dalle autorità competenti. Finisce nel peggiore dei modi una storia triste, simbolo dell’impunità che governa i social. L’ipotesi del suicidio sembra una certezza.

La storia con la finta Dua Lipa e la truffa

Era stato lo stesso Bonzi, prima di scomparire, a scrivere sui social che avrebbe voluto farla finita per una delusione sentimentale ma in realtà c’era molto di più. Dalle notizie emerse si scopri che l’uomo chattava con una sedicente truffatrice che si presentava come la cantante britannica. E dietro l’identità fake si nascondeva un gruppo di hacker che trafficava in criptovalute e che avrebbe sottratto diversi soldi all’uomo.

Le commoventi parole del figlio

E’ stato il figlio Luca a dare l’annuncio a parenti e amici con parole commoventi: “Papà non importa quello che hai fatto… ti ameremo tutti per sempre, ti prego non soffrire più e ti prego guardami ora più che mai”.

Si indaga anche per induzione al suicidio

I carabinieri di Cremona indagano su i reati di truffa aggravata e, da oggi, di induzione al suicidio. La Procura della Repubblica ha allertato la polizia postale acquisendo le conversazioni sui social e tentando la non facile impresa di risalire agli autori della truffa. Pressoché certo che si tratti di hacker stranieri, che godono di una impunità di fatto per la mancanza di coordinamento e di accordo tra gli Stati.

Imporre l’accesso con i documenti di identità

Il mondo dei social è dominato(oltre che dagli haters di ogni colore) dai tentativi di truffa: vedove o ereditiere che promettono lasciti, identità celate di uomini e donne attraenti che simulano innamoramenti, offerte di video a contenuto sessuale: spesso qualcuno, purtroppo, ci casca. Da tempo Fratelli d’Italia ha chiesto in sede europea un coordinamento per consentire la creazione di un account(come avviene per la Pec) con un documento di identità. Uno strumento di deterrenza che limiterebbe di molto la presenza di truffatori senza scrupoli. Che da oggi hanno anche un morto sulla coscienza.

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