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Sigaretta elettronica accesa in volo: donna multata per duemila euro

Residente in regione, tra i venti e i trent’anni, donna, fanno sapere dalla Questura di Gorizia. Volava sul Ryanair da Valencia diretto a Ronchi dei Legionari e, pur se in una tratta breve, ha sentito a un certo punto la necessità di fumare.

Non ha resistito, è entrata in bagno e si è accesa una sigaretta elettronica, comunque vietata quando si è all’interno di un aereo. E a fine corsa, dopo i controlli della Polaria al lavoro al Trieste Airport, si è vista comminare una sanzione amministrativa da 2 mila euro.

L’accaduto è stato raccontato su Facebook da passeggeri imbarcati sullo stesso volo. Qualcuno ha pure pensato che la donna fosse stata arrestata, visto che, ad accompagnarla a terra, sono stati due poliziotti della Polaria.

No, nessun arresto, informano la Questura e l’Aeroporto Friuli Venezia Giulia. Ma la sanzione è arrivata, inevitabile, stando a quanto previsto dall’articolo 1213 del codice della navigazione che regolamenta e disciplina la navigazione, marittima, interna e aerea, nelle acque territoriali e nello spazio aereo del territorio italiano.

In quell’articolo si legge che «chiunque non osserva una disposizione di legge o di regolamento ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente in materia di polizia di bordo è punito, se il fatto non costituisce reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.032 a euro 6.197».

La segnalazione alla Polaria è arrivata dal comandante Ryanair a bordo del volo che dalla città spagnola portava allo scalo regionale, precisa ancora la Questura di Gorizia.

Evidentemente il personale o qualche passeggero si è accorto della sigaretta accesa e ha fatto scattare le procedure, fino alla contestazione che ha portato, una volta atterrato l’aereo, ai controlli degli agenti. A quanto risulta, la donna avrebbe preso atto della sanzione senza particolari reazioni. L’amministratore delegato di Trieste Airport Marco Consalvo conferma la ricostruzione dei fatti.

«Una situazione non certo frequente – commenta Consalvo –, anzi, qualcosa del genere non si era mai visto nel nostro aeroporto».

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