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Waterfront cambia così: un parco acquatico in viale Resistenza con il recupero della piscina scoperta

PAVOA. Il progetto Watefront non è destinato a finire con l’amministrazione Fracassi. Ieri (29 luglio), infatti, la giunta guidata da Michele Lissia ha approvato la variante numero tre del piano che è stata subito inviata in Regione per la rimodulazione degli interventi finanziati con 16 milioni da Milano e 1,5 dal Mezzabarba. Al posto della piscina scoperta abbandonata ormai dal 2009, in viale Resistenza, di fianco a piazzale Europa, sorgerà un parco acquatico che include una piscina nuova di zecca. E l’intenzione espressa nel documento è quella di spostare altrove (non si sa ancora dove) la comunità Sinti.

Il nodo Idroscalo

La piscina fa parte dell’azione numero 6, una delle schede nelle quali è articolato il progetto. Nella delibera approvata ieri in giunta è chiara l’intenzione, da parte del Comune, di acquistare l’ex Idroscalo, oggi di proprietà del costruttore Carmine Napolitano.

«L’azione numero 6 – si legge – è indirizzata alla realizzazione del nuovo Parco dell’Idrovolante, così denominato in virtù della presenza monumentale dei resti dell’Idroscalo di Pavia (per il quale si prevede l’acquisizione con le risorse del progetto), da destinare a funzioni museali ed artistiche (teatro/auditorium sul fiume) restituendo alla città il suo terrazzo naturale sul Ticino, ridando dignità al palazzo delle Esposizioni collocato nell’area e operando la ricucitura dei percorsi lungo il fiume da e verso l'Idroscalo». Riguardo invece alla piscina abbandonata di viale Resistenza, la cui realizzazione risale agli anni Settanta, si legge: il progetto prevede di trasformare «la vecchia piscina comunale all’aperto in una nuova occasione di fruizione ludico sportiva (con una nuova piscina all’aperto) e - con un altro intervento che verrà richiesto ad Asm (proprietaria) di rifunzionalizzare gli scheletri in ferro dei gasometri dismessi in memoria dell'architettura industriale cittadina».

I sinti

Riguardo ai circa 300 Sinti che furono collocati “provvisoriamente” in piazzale Europa negli anni Ottanta, per salvarli da una piena del fiume, e nel frattempo hanno tutti acquisito la residenza a Pavia, il progetto allegato alla delibera dice: «Le aree ricomprese tra l’Idroscalo e la vecchia piscina comunale, attualmente occupate da comunità nomadi, verranno valorizzate mediante la realizzazione di un parco pubblico per la città, terminale dell'asse di rigenerazione che comprende le aree a est del Ponte Coperto fino al Confluente». Ma specifica che la nuova destinazione dei Sinti è «in corso di definizione».

Il destino di quest’area è forse la principale differenza rispetto al progetto waterfront immaginato dall’amministrazione Fracassi, che intendeva vendere a privati le aree dell’ex piscina e dell’ex gasometro, perché vi si insediasse edilizia residenziale, ma non vi è mai riuscita.

Un altro “ritocco” riguarda l’ex centrale del Molinazzo, tra Pavia e Torre d’Isola, che la versione precedente inquadrava come ostello e ristorante. In questa revisione del progetto, si aggiunge «l’accoglienza per i parenti dei malati ricoverati nei cinque ospedali cittadini». Un’idea avanzata a suo tempo dal consigliere Roberto Rizzardi.

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