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Dietro le quinte della tappe della Coppa del mondo a Ivrea, passione, amicizia e amore per la città

Dietro le quinte della tappe della Coppa del mondo a Ivrea, passione, amicizia e amore per la città

Matteo Magotti, media manager, e Matteo Cerrano, organizzatore tecnico, raccontano i preparativi per settembre

IVREA. Meno di due mesi all’appuntamento con la quarta tappa della Coppa del mondo di canoa slalom. L’evento è in programma da giovedì 12 a domenica 15 settembre, con la partecipazione stimata di circa trecento atleti provenienti da una trentina di Paesi. Dal punto di vista agonistico, sarà un appuntamento molto importante: il primo dopo le olimpiadi, il penultimo prima delle finali in programma a fine settembre a La Seu d’Urgell, in Catalogna.

A Ivrea, la macchina organizzativa dell’Ivrea canoa club è attiva da settimane. Non c’è vacanza o pausa estiva che tenga. L’organizzazione lavora a pieno ritmo, i fronti da portare avanti sono tantissimi. Sarà un evento Dnsh, acronimo di Do no significant harm, non arrecare un danno significativo (all’ambiente) e quindi sarà senza plastica e con raccolta differenziata. Dire che, nel gruppo, c’è entusiasmo pare una frase fatta, che non rende giustizia a quello che si muove dietro le quinte dell’Ivrea canoa club. Se si comincia dai dettagli, allora scegliamo una maglietta blu, che si vede già in qualche vetrina. È la maglietta che aspetta l’evento: è blu, c’è Ivrea, c’è la canoa.

E quindi eccoci qui, nel quartier generale dell’Ivrea canoa club, in un luogo che, lo scorso anno, non esisteva. Siamo a Ivrea, nell’edificio conosciuto ai più come officine dell’ex scuola Ipsia. Bene, oggi c’è una parte di magazzino, spazi per cambiarsi, uffici e, appunto, il quartier generale dell’organizzazione. «I lavori, qui dentro, sono stati fatti fisicamente da noi - dice Matteo Magotti, dell’Ivrea canoa club, media manager del comitato organizzatore – . Abbiamo pulito, imbiancato, portato schermo, tavoli e sedie, lavagna. In questa sala facciamo le riunioni del comitato tecnico. È un luogo che ha un suo significato, un punto di riferimento fisico che identifica l’organizzazione». Ci sono tavoli, sedie, la lavagna e la mappa dell’evento con tutti gli spazi indicati. Magotti si è avvicinato all’Ivrea canoa club da padre che accompagna il figlio a fare uno sport che ha scelto. Era il 2019. «Prima non conoscevo questo ambiente», si racconta. E che è successo? Ride. «Io dico sempre che mi sono compromesso. È successo che ho visto che qui c’è tanto potenziale giovanile ed è un ambiente molto positivo. Ho cominciato a dare una mano e piano piano ho capito che era importante dare voce a tutto quello che i ragazzi facevano perché se ne sapeva poco. Sembrava quasi che quello che accade nella riva destra della Dora non fosse noto alla riva sinistra, chissà, forse fa parte della storia. Ho intuito che c’era necessità di dare evidenza a tutto questo e ho cominciato a scrivere, perché è quello che so fare». E aggiunge: «Sarà perché non sono un canoista, ma vedo questa realtà piena di giovani, di valori e di entusiasmo con altri occhi. Si è creato un rapporto di amicizia, si lavora molto e non pesa affatto perché è un ambiente stimolante». Dal 2022 il coinvolgimento di Magotti è cresciuto: «È emerso la candidatura di Ivrea per una tappa della Coppa del mondo e tutti insieme abbiamo cercato di concretizzare questo evento che per la prima volta viene gestito direttamente dall’Ivrea Canoa club. Abbiamo individuato le funzioni chiave da mettere in campo, partendo con largo anticipo anche se, va detto, le tempistiche per ogni cosa sono chiare e dettate dalla Federazione, con la quale facciamo regolarmente il punto. Ci ritroviamo regolarmente tra noi, cerchiamo di portare avanti tutto in maniera coordinata. Vogliamo fare bene, ma sappiamo che il fare bene non arriva da solo: siamo tutti volontari, c’è un grande impegno».

Ivrea, di fatto, è partita lo scorso anno, inserendo la conferenza stampa di annuncio dell’evento al termine dello Sport city day e la presentazione del logo realizzato da Luca Simion.

Matteo Cerrano, 25 anni, è l’organizzatore tecnico del comitato. Canoista dalla quinta elementare, con tre fratelli maggiori (tutti canoisti), studia scienze forestali. Cerrano è nel direttivo dell’Ivrea canoa club. «Rappresento un po’ la parte giovanile del club – racconta – degli atleti e dei tecnici. Nell’Ivrea canoa club lavoro sull’aspetto sociale». Parte da una filosofia di base vincente: «Il club non può pensare solo agli aspetti tecnici. Per arrivare ad avere degli atleti che arrivano a ottimi livelli serve avere una grande base sociale». Una base sociale solida, dove ci sia un gruppo forte anche se il canoa è uno sport individuale. «Ci stiamo riuscendo - aggiunge –. Quest’anno abbiamo un’atleta entrata in Marina militare (Lucia Pistoni), abbiamo atleti d’èlite, un gruppo agonistico di una trentina di persone e 85 atleti». Cerrano illustra i progetti con le scuole, il liceo Grasmci (che ha una sezione sportiva) e le iniziative in cantiere per le scuole dell’obbligo. Spiega con entusiasmo come funzioni benissimo tutto quanto riguarda il rafting, dalle iniziative per conoscere il fiume con discese notturne e con aperitivo, alle squadre agonistiche con buoni risultati (una è stata selezionata per gli europei in Bosnia). Ora, però, l’attenzione è tutta concentrata sulla tappa di Coppa del mondo a Ivrea di settembre. «Che faccio? Diciamo che la mia funzione è quella operativa. Durante l’evento, nel momento in cui ogni settore ha necessità tecniche, logistiche, di materiale, di qualsiasi genere far riferimento allo staff tecnico che io coordino. Siamo una quarantina di persone nella fase del pre-evento e questo numero raddoppierà nei giorni clou. Sostanzialmente, quasi un terzo di tutti i volontari sarà impegnato in questo settore».

Cerrano è in pista da febbraio con le richieste di preventivi e le prime riunioni per i servizi (dalle tensostrutture alla corrente elettrica): «Porteremo in città qualcosa di insolito, ma sarà una bella occasione per vedere gli atleti». Cerrano ha attorno a sé cinque persone, sui vari settori. «Nessuno di noi è solo, siamo un gruppo - dice – . Mi è sempre piaciuto occuparmi di organizzazione nelle gare. Nel 2018, al mondiale junior ero il vice di Francesco Bellini e mi chiedevo: potrò mai io? Ora sì. Siamo affiatati, lavoriamo insieme e ci divertiamo molto».

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