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Caccia di Sesta Generazione: ecco perché sono così importanti



La corsa al caccia di sesta generazione da parte di qualsiasi nazione deve fare i conti con due fatti. Il primo: l’aeroplano che viene costruito deve avere prestazioni migliori del precedente. Il secondo: lo sviluppo dovrebbe costare meno perché suddiviso con diversi partner alleati. Ma se in fatto di prestazioni ci si riesce sempre, quanto a spese la storia dimostra sempre il contrario e chi opera nel settore sa che non è in grado di ottenere una significativa riduzione dei costi a causa della realtà della progettazione, dello sviluppo e dell'impiego dell’aereo. Ciò non vanifica il progetto, che sul lungo periodo risulta quasi sempre vantaggioso (si veda ad esempio lo Eurofighter Typhoon e la sua ricaduta industriale miliardaria), ma sul breve e medio periodo le spese fanno traballare la politica che ne approva la realizzazione, e qui l’esempio è lo F-35.

Così, nelle fasi iniziali dei programmi dei caccia di sesta generazione, dove il rischio tecnologico è inevitabile, le sfide per il futuro sono immense. E c’è sempre chi pensa che sia prematuro discutere di aerei da combattimento di sesta generazione, dopotutto, se si studiano i recenti acquisti di aerei da combattimento nell'area Nato, oggi il Lockheed Martin F-35 Jsf, incarna l'aereo da combattimento di quinta generazione e continua a guadagnare clienti, come dimostra l’acquisto da parte della Grecia ufficializzato la scorsa settimana con consegne che avverranno almeno fino al 2030, quando il successore dell’aereo dovrebbe già aver volato. Ciò perché lo F-35 evolve nel tempo con nuove capacità e aggiornamenti per fornire le prestazioni promesse. Diviene quindi comprensibile perché, se l'aereo di sesta generazione deve essere consegnato nel 2035, i lavori devono iniziare oggi.

Vediamo quindi chi sta facendo che cosa e con chi. A oggi i programmi in corso per soddisfare i requisiti degli aerei da combattimento di sesta generazione sono: il Future Combat Air System (Fcas) o anche Système de combat aérien du futur (Scaf), un programma europeo multinazionale che coinvolge Francia, Germania, Spagna e in futuro Belgio, che attualmente ha lo status di osservatore nel programma. Negli Stati Uniti, ci sono due diversi programmi: il Next Generation Air Dominance (Ngad) per l'Aeronautica militare statunitense e lo F/A-XX per la Marina militare. Tuttavia, l’Usaf sta selezionando un appaltatore principale (entro la fine del 2024 inizio 2025), ma con le elezioni presidenziali in quel periodo, se il risultato sarà una nuova amministrazione le politiche e le priorità potrebbero cambiare.

In Europa, oltre allo Fcas guidato dalla Francia esiste il programma Global Combat Air Programm (Gcap) al quale partecipano Italia, Regno Unito e Giappone. A parte queste nazioni, l’unica altra europea con la capacità di realizzare un caccia di sesta generazione è la Svezia con Saab, che ora sta aggiornando i suoi velivoli Gripen alle versioni C/D ed E per tenerli in servizio fino al 2030. Oltre tale data anche Stoccolma dovrà decidere se saltare a bordo del Gcap o ricorrere a una soluzione propria, oppure ancora se acquisire prodotti esteri. Nei giorni del salone aerospaziale di Farnborough il direttore di Leonardo, Roberto Cingolani, ha incontrato il neo primo ministro laborista inglese Keir Starmer ricevendo rassicurazioni a proposito della partecipazione inglese al programma Gcap.

“Non ho alcuna indicazione che vogliano abbandonare o congelare il programma”, ha affermato Cingolani a margine del salone inglese, e in effetti i rumors delle intenzioni del nuovo governo britannico a proposito di tagli al bilancio riservati al sistema di sesta generazione sarebbero nate dall’interpretazione distorta delle parole del nuovo ministro delle forze armate Luke Pollard, quando aveva affermato che il caccia di sesta generazione “è davvero importante per noi” ma anche che non si sarebbe espresso a proposito della “revisione dei budget della Difesa”. Non a caso a Farnborough Cingolani ha dichiarato a un giornalista di Defence News: “Ho incontrato il premier Starmer un paio di giorni fa e mi ha assicurato che il programma Gcap è una priorità; c'è un nuovo governo ed è normale che abbiano in corso una revisione di spesa, ma non ho avuto alcuna indicazione che vogliano abbandonare o congelare il programma.” Nel frattempo, la nostra Leonardo ha presentato la versione aggiornata definita “Block 20” dell’addestratore M-346, la cui avionica è stata sviluppata tenendo conto dell’evoluzione necessaria per il Gcap.

Oltre l'Europa nessun resta a guardare


La Russia parla di aerei da combattimento di nuova generazione da parecchio tempo ma i programmi in corso non hanno finora prodotto ciò che ci si aspettava. La Difesa russa ha una sua dottrina aerea e requisiti di missione molto diversi da quelli europei; il Sukhoi Su-57 è stato descritto da molti come il programma russo di quinta generazione, ma lunghi collaudi hanno ritardato il suo ingresso in servizio e gli aerei vengono consegnati in numero limitato. Il Paese è in guerra con l’Ucraina ed è probabile che la Russia non voglia rischiare che un Su-57 venga abbattuto in Ucraina; sebbene l'8 giugno 2024, un esemplare di stanza all'aeroporto di Akhtubinsk sia stato danneggiato a terra da un drone. Sviluppare un aeromobile di sesta generazione sarebbe possibile anche per l'industria russa, sebbene permangano ostacoli non banali come la messa in sicurezza di componenti critici mentre sono applicate severe sanzioni.

Inoltre, i finanziamenti futuri sono incerti e c'è la necessità di migliorare significativamente sia la gestione del programma, sia l'efficienza industriale, e questo porta direttamente a coinvolgere la Cina che, indubbiamente, negli ultimi 30 anni ha fatto progredire la sua industria aerospaziale assorbendo la tecnologia russa dagli anni '90 e quella di Stati Uniti ed Europa dagli anni '80. Allo stesso tempo, sono state investite ingenti risorse in ricerca, sviluppo e istruzione per creare un'enorme riserva di laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (Stem) per supportare lo sviluppo e la produzione di tecnologie avanzate. Infine, Pechino ha senza dubbio acquisito un tesoro di dati sullo F-35 e sullo F-22 penetrando nelle reti informatiche di appaltatori e subappaltatori statunitensi. Con il caccia Chengdu J-20, la Cina ha dimostrato di poter sviluppare un'efficace piattaforma di combattimento aereo avanzata di quinta generazione e di produrla in numeri significativi. E sembra anche aver risolto, o almeno essere vicina a risolvere, una delle sue debolezze più evidenti nei progetti di aerei da combattimento: la qualità dei motori.

Restando in Asia, in India c'è il programma Advanced Medium Combat Aircraft (Amca) per sviluppare un velivolo da combattimento di quinta generazione. L'India è pronta a investire grandi risorse nella base industriale aerospaziale e di difesa, programmi come questo sono visti come un potenziamento della tecnologia e, di conseguenza, della crescita economica. La Hindustan Aeronautics (Hal), ha ricevuto l'autorizzazione ufficiale per procedere con Amca nel marzo scorso. Certamente, l'Aeronautica militare indiana vorrà anche una piattaforma di sesta generazione per contrastare i concorrenti e per questo sta valutando di unirsi a un programma di sesta generazione straniero come partner.

La Corea del sud con la sua Korean Aerospace Industries (Kai) ha realizzato KF-21 Boromae, aereo di generazione 4.5 che riflette le ambizioni aerospaziali nazionali. Finora, tuttavia, ha avuto bisogno del supporto tecnico degli Stati Uniti per i suoi programmi aeronautici e utilizza motori e sistemi di origine statunitense. Ciò comporta che Washington ha potere di veto sulle esportazioni di questi velivoli, dunque, se dal punto di vista tecnico Kai potrebbe sviluppare un aereo da combattimento di sesta generazione, per arrivare a produrlo ci sarebbero rischi considerevoli e rinunciando all’aiuto occidentale questo sarebbe un programma troppo costoso. A meno di non accettare la proposta turca di condividere gli oneri di progettazione, visto che il progetto Tai-Tf Kaan iniziato con il Regno Unito è ancora in alto mare.

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