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Partita Italia-Israele a Udine, la proposta del Comune: raccolta fondi slegata dall’incasso

La raccolta fondi resta, ma non sarà più collegata all’incasso della partita tra Italia e Israele.

Potrebbe essere questo il punto d’incontro nel dialogo avviato tra Figc e Comune dopo il no di quest’ultimo alla concessione del patrocinio.

Una presa di posizione che ha sollevato un polverone sul piano mediatico e portato a polemiche politiche anche all’interno della stessa maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Alberto Felice De Toni.

I motivi del no

«Non possiamo far finta che non ci sia una guerra che da entrambe le parti ha portato alla morte di migliaia di civili, fra cui molte famiglie e bambini», ha spiegato il sindaco che si è detto però disponibile a modificare la decisione: «Se questa partita, oltre ad essere un grande evento sportivo, fosse anche un’occasione per promuovere la pace, come sindaco sarei felice di dare il mio sostegno».

Le condizioni

Ecco quindi che il primo cittadino ha posto delle precise condizioni per fare un passo indietro e concedere il patrocinio: «Se le trattative diplomatiche portassero a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, o il ricavato della partita fosse donato in favore delle vittime civili della guerra, il contesto sarebbe completamente diverso e cambierebbe anche la nostra valutazione».

Considerato che le prime due opzioni non dipendono in alcun modo dal Comune o dalla Figc, De Toni si è concentrato sulla terza possibilità contattando direttamente il numero uno del calcio nazionale Gabriele Gravina.

Il confronto

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, si è preso qualche giorno per valutare la fattibilità della proposta di De Toni di devolvere parte del ricavato della partita tra Italia e Israele alle vittime della guerra.

Proposta che, come detto, pare essere stata accantonata perché non semplice da sostenere economicamente (i costi sono elevati e l’incasso serve principalmente a coprire le spese) con il rischio di creare poi un precedente (da ripetere in ogni partita con un Paese in guerra?).

Il compromesso

Da lì l’idea di separare l’incasso dall’iniziativa di solidarietà. Ecco quindi che potrebbe essere avviata una raccolta fondi collegata alla partita ma non all’incasso magari distribuendo un volantino con un qr code per fare un versamento.

Il nodo

Individuata l’iniziativa resta da capire a chi affidare i fondi. E anche in questo caso mettere tutti d’accordo non sarà facile, ma l’intenzione c’è e la speranza di De Toni è che alla fine la partita di Nations league tra Italia e Israele del prossimo 14 ottobre non sia solo un evento sportivo ma anche un momento concreto di solidarietà con il patrocinio del Comune.

La Regione

Chi ha già concesso il patrocinio è la Regione che non appena ha ricevuto la richiesta della Figc ha dato il via libera come sottolineato dal governatore Massimiliano Fedriga «con la convinzione che, nello sport, non debba esserci spazio per alcun tipo di discriminazione».

L’appello

Da parte del ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, è invece arrivato un appello affinché il sindaco De Toni riveda la sua decisione, giudicata «un errore enorme» e conceda il patrocinio.

Le telefonate

Anche in questi giorni i contatti tra Comune e Figc sono costanti e la speranza, anche di De Toni, è che possa arrivare presto un accordo per poter concedere anche il patrocinio di Palazzo D’Aronco.

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