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SOULÉ: «Quello che volevo di più era venire alla Roma. A Fiumicino è stato bellissimo, l’entusiasmo di quei tifosi dovrà essere ripagato. Ci vediamo allo stadio» (VIDEO)

Dopo l'ufficialità del suo passaggio in giallorosso,  Matias Soulé, ai canali del club, ha rilasciato la prima intervista da giocatore della Roma . Queste le sue prime dichiarazioni:

Benvenuto alla Roma, Matias Soulé. Quali sono le tue prime impressioni in giallorosso?

“Sono veramente contento. Ringrazio la famiglia Friedkin, che mi ha portato qua, ha fatto di tutto per portarmi. È un sogno per me essere qua. Mi hanno voluto, come anche io ho voluto essere qui. Ringrazio poi la mia famiglia, è stata sempre vicino a me, la mia ragazza, tutti quelli che lavorano con me. Non vedo l’ora di cominciare”.

Ti ha sorpreso tutto l’entusiasmo che hai visto e ricevuto all’arrivo a Fiumicino?

“È stato bellissimo, non me l’aspettavo. Sapevo che c’era un po’ di gente, però non così. Non me lo sarei mai immaginato in vita mia”.

È diventata virale una tua foto di un po’ di tempo fa con Paredes e Dybala. Ti chiedo, li hai sentiti? Cosa ti hanno detto?

“Sì, li ho sentiti. Appena sono circolate le prime indiscrezioni che potevo venire, mi hanno parlato di tutto di qua. Di come si stava bene, anche io gli ho chiesto di tutto. Ogni giorno parlavamo di più, sempre di più con Paulo, e lui mi diceva: “Dai, ti aspetto qua. Ho il posto libero per te…””.

Le grandi attese sono anche grandi responsabilità: come vivi questo tipo di approccio?

“Io, per fortuna, bene. Se sono più apprezzato, mi piace di più. Dovrò dimostrarlo in campo, ripagare la fiducia, anche dei tifosi che mi aspettavano ieri”.

Già 51 presenze in Serie A, quanto ti è stata utile l’esperienza fatta l’anno passata?

“Veramente mi è servito tutto, ho imparato di tutto con mister Difra (Di Francesco, ndr), ringrazio il mister e Guido Angelozzi (ds del Frosinone, ndr). Senza di loro non sarei arrivato qua, non avrei avuto possibilità di giocare, mi hanno dato la fiducia dal primo giorno”.

Come ruolo, da giocatore offensivo, dove ti trovi più a tuo agio?

“A destra, sottopunta, anche la mezzala, sono un giocatore che può fare diversi ruoli”.

Il gioco di De Rossi può esaltare un calciatore tecnico come te?

“Sì, ho valutato tutto prima di venire qui. Vedevo l’anno scorso la squadra come giocava, come l’ha cambiata da quando è arrivato. È stato veramente incredibile. Allenarmi con lui, che ha giocato anche in Argentina, che parla un po’ di argentino e capisce bene tutte le cose, veramente mi servirà tanto”.

Quando hai capito che saresti venuto alla Roma e quando hai detto sì alla Roma?

“Ci sono stati dei giorni che speravo arrivassero subito. Il mister, la società, quello che volevo di più era restare qua in Italia e venire alla Roma”.

Hai scelto il numero 18, che è un numero importante, qui è stato il primo numero di un altro argentino: Gabriel Batistuta. Una responsabilità in più?

“Sì, ho visto. Mi hanno mandato un messaggio, mi hanno detto che ce l’aveva lui. Io ho scelto questa perché era libera ed è lo stesso numero che ho avuto la scorsa stagione a Frosinone, era il numero di mia nonna”.

Hai condiviso molte foto della città di Roma. Che cosa significa per te vivere qui oggi?

“L’ho conosciuta lo scorso anno. Ero a Frosinone, vicino, ho amato tanto di questa città. Almeno una volta a settimana venivo sempre, adesso vivere qua sarà bellissimo. È una città che mi piace molto”.

Lancia un messaggio per i tifosi, che ti hanno accolto alla grande .

“Vi ringrazio per l’accoglienza all’aeroporto, è stata bellissima per me, vi ringrazierò anche in campo dimostrando quello che so fare. Ci vediamo allo stadio. Daje Roma daje”.

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