Ivan Ljubicic rassegna le dimissioni alla federazione francese dopo il disastro olimpico
Verso la fine del 2022, qualche mese dopo il ritiro di Roger Federer, ultimo tennista da lui allenato e tra l’altro riportato al vertice, Ivan Ljubicic subito si tuffava in una nuova avventura nel mondo del tennis. Un’esperienza sulla carta altrettanto stimolante per conto della Federazione Francese: l’ex n.3 al mondo ricevette il ruolo di direttore del progetto “Ambition 2024”, il nome affidato alla formazione e la crescita dei giovani talenti in vista delle Olimpiadi. Una crescita avvenuta nelle carriere di alcuni giocatori, ma che ha subito una brusca frenata ai giochi olimpici transalpini.
Per la prima volta da Atlanta 1996, infatti, non ci saranno francesi ai quarti di finale in nessuno dei cinque tabelloni, con il solo Corentin Moutet capace di raggiungere gli ottavi del singolare maschile e nessuna ragazza capace di fare altrettanto. La situazione non è andata molto meglio nei vari doppi, con nessuna delle coppie di casa capaci di vincere più di un match. Risultati magri, desolanti, che hanno spinto Ljubicic a rassegnare al presidente Moretton le dimissioni dal suo incarico. Non un addio definitivo alla federazione dunque, ma un allontanamento dal suo ruolo.
“I risultati sono catastrofici“, ha spiegato il croato a L’Equipe, “questa è la realtà, dobbiamo assolutamente prenderci le nostre responsabilità. Ho già parlato con il presidente. Ad oggi, anche io sono responsabile per il team francese ed ho offerto le mie dimissioni da questa posizione perché ho fallito nel preparare i giocatori“. Una preparazione, nell’opinione di Ljubicic, che ha avuto varie falle: “Il fatto che quattro coppie di doppio non abbiano giocato neanche una partita insieme prima delle Olimpiadi è difficile da comprendere. Dobbiamo dire le cose e dobbiamo prenderci responsabilità. Non so il presidente cosa deciderà“. Qualunque sarà la decisione di Gilles Moretton, è innegabile che di uomini seri, concreti e capaci di assumersi le proprie responsabilità oltreché i meriti come Ivan Ljubicic, ne sono ormai rimasti pochi.