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Olimpiadi, svelato il complotto della “fasciosfera” globale. Nome in codice: Operazione Matrioska

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Una “internazionale di destra”, diretta dalla Russia, si muove contro le Olimpiadi di Parigi, perché Mosca ce l’ha a morte con la Francia e i suoi utili idioti o consapevoli complici ce l’hanno a morte con i diritti. La sintesi della tesi espressa oggi da Repubblica, che rilancia gli allarmi di “esperti francesi” su questa […]

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Una “internazionale di destra”, diretta dalla Russia, si muove contro le Olimpiadi di Parigi, perché Mosca ce l’ha a morte con la Francia e i suoi utili idioti o consapevoli complici ce l’hanno a morte con i diritti. La sintesi della tesi espressa oggi da Repubblica, che rilancia gli allarmi di “esperti francesi” su questa fantomatica “fasciosfera”, è un po’ brutale, ma il senso è esattamente questo: dietro l’indignazione per l’Ultima cena queer e per l’ammissione di una atleta con le caratteristiche fisiche di Imane Khelif alle competizioni con le donne, non ci sarebbe la genuina protesta di un mondo civico e politico – vasto – che non apprezza le imposizioni woke, ma un complotto geopolitico che ha anche un “nome in codice”. L’attacco alle Olimpiadi si chiama: operazione “Matrioska”.

Svelata l’Operazione Matrioska: il complotto della “fasciosfera” contro le Olimpiadi

Secondo la ricostruzione, vi hanno partecipato, non è chiaro quanto consapevolmente, Matteo Salvini e tutto il governo con le denunce sul caso Khelif; Elon Musk; l’atleta americana Riley Gaines; la scrittrice “mamma” di Harry Potter J.K. Rowling. Tutti eminenti esponenti di quella che Repubblica definisce una “bolla globale, rumorosa e potente, che gli esperti francesi chiamano fachosphère, una galassia che si muove tra l’ultradestra xenofoba e i complottisti, i suprematisti e gli antisemiti”. Questa galassia, con i suoi influencer, è riuscita a portare alla condivisione globale un hashtag come #IstandWithAngelaCarini, “ripreso da 33 milioni di tweet, compresa J.K”.

Il caso Khelif e i diritti delle atlete donne negati in nome dell’inclusione

L’ipotesi che nel mondo ci possano essere almeno 33 milioni di persone che trovano ingiusto quello che è successo alla nostra atleta e che succede anche ad altre atlete non pare pervenuta né agli esperti francesi né a chi ne rilancia le tesi. Anche il fatto che Gaines sia da sempre in prima fila contro la partecipazione delle atlete trans alle gare femminili diventa un elemento che rafforzerebbe la tesi delle “ostilità” nei confronti dei Giochi e nel caso specifico contro Khelif, che di quel complotto sarebbe diventata vittima sacrificale. È vero che su Khelif c’è stato un equivoco iniziale e che l’atleta non è trans, come detto inizialmente, ma intersex, ma questo non cambia il punto della questione: in nome dell’inclusione si può sacrificare il diritto delle donne a non trovarsi di fronte avversarie che non gareggiano ad armi pari?

La ribellione diffusa al wokismo di Parigi 2024

Per Gaines e moltissime voci del mondo femminista, alle quali appartiene anche Rowling, no. E così anche, evidentemente, per i 33 milioni di persone che hanno scelto di stare al fianco di Angela Carini, ai quali andrebbero aggiunti i milioni di persone non ideologizzate che dalle “bolle” social si tengono fuori. Quanto a Elon Musk sono ormai anche note le vicende personali che lo hanno portato a diventare una voce tonante contro il wokismo e l’ideologia gender, sotto il cappello dei quali – è bene ricordarlo – rientra anche il regolamento del Cio che ha portato al brutto pasticcio dell’incontro Khelif-Carini.

Mike Pompeo avverte su un minaccia più seria ai Giochi e all’Occidente

Epperò, ammettere che la scoppiettante piega assunta dalle Olimpiadi francesi non rappresenti poi valori così universali non è funzionale a una certa narrazione: meglio, dunque, sostenere l’esistenza di una internazionale nera che alimenta l’Operazione Matrioska. Detto ciò, è anche vero che tentativi di inquinamento e boicottaggio nei confronti dei Giochi ci sono stati e che rientrano in una dimensione geopolitica. Solo che appare un tantino più solida la lettura che ne dà, sempre oggi, l’ex segretario di Stato Mike Pompeo in un intervento a sua firma sul Giornale. Pompeo si riferisce ad attacchi e minacce non passibili di interpretazioni: quelli alle infrastrutture critiche come i treni e quelle del terrorismo. “Queste minacce – il radicalismo di estrema sinistra nella politica interna, il terrorismo islamico radicale e persino l’ingerenza russa – nascono da fonti diverse, ma condividono una motivazione comune: l’opposizione e l’ostilità verso tutto ciò che l’Europa e l’Occidente rappresentano”, scrive. L’ex segretario di Stato Usa invita quindi questa parte di mondo a farsi trovare pronta per “scoraggiare con forza, insieme, le minacce che ci coinvolgono collettivamente, provenienti da Mosca, Teheran e Pechino”.

“La triste verità è che la debolezza occidentale ha incoraggiato queste minacce”

“La triste verità è che la debolezza occidentale ha incoraggiato queste minacce”, avverte Pompeo, richiamando la necessità della spesa militare, della cooperazione economica e per la sicurezza e la protezione delle infrastrutture strategiche. Ma anche soffermandosi sul ruolo della consapevolezza cultura e politica. “Abbiamo permesso alle ideologie di estrema sinistra di indebolire il nostro impegno nel sostenere la legge e l’ordine nei nostri Paesi”, scrive tra l’altro Pompeo, chiudendo il suo intervento laddove era iniziato: la “manifestazione anticristiana, assolutamente offensiva e riprovevole, messa in scena durante la cerimonia di apertura”. Quell’Ultima cena che secondo gli esperti francesi sarebbe stata ingiustamente denigrata dalla “fasciosfera”. Scrive Pompeo, invece, che “gli spettatori hanno giustamente riconosciuto la bruttezza della cerimonia di apertura in quanto tale, perché ha umiliato la fede cristiana e la tradizione giudeo-cristiana da cui è nata la nostra civiltà”. “Dobbiamo rispondere a eventi come questi e ai loro attacchi e alle loro minacce, sempre allo stesso modo: impegnandoci a difendere la nostra civiltà contro coloro che desiderano abbatterla”, ha dunque avvertito l’ex segretario di Stato Usa. E chissà se anche lui è un agente dell’operazione Matrioska.

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