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Venezuela, Caracas conferma la vittoria di Maduro ma Usa, Argentina ed Uruguay riconoscono il candidato dell’opposizione

Venezuela, Caracas conferma la vittoria di Maduro ma Usa, Argentina ed Uruguay riconoscono il candidato dell’opposizione

Situazione sempre più tesa in Venezuela dopo le elezioni del 28 luglio che hanno visto una nuova affermazione del presidente in carica Nicolás Maduro con il 51,2% delle preferenze, a fronte del 44% ottenuto dal candidato di destra Edmundo Gonzalez. Il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela ha pubblicato oggi un secondo bollettino elettorale […]

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Situazione sempre più tesa in Venezuela dopo le elezioni del 28 luglio che hanno visto una nuova affermazione del presidente in carica Nicolás Maduro con il 51,2% delle preferenze, a fronte del 44% ottenuto dal candidato di destra Edmundo Gonzalez. Il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela ha pubblicato oggi un secondo bollettino elettorale confermando la vittoria di Maduro. L’istituzione, controllata dal governo, afferma che il leader chavista ha ottenuto il 51,95% delle preferenze con quasi il 97% delle schede scrutinate.

L’opposizione ha parlato però da subito di brogli e la leader del fronte avverso a Maduro, Maria Corina Machado, invita, di nuovo, le persone a scendere in piazza sabato “in ‘tutte le città del Paese”. L’opposizione ha predisposto una piattaforma che consente di visionare i verbali delle urne da cui González risulterebbe vincitore con il 70% delle preferenze.

Giovedì sera il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che “Date le prove schiaccianti, è chiaro agli Stati Uniti e, cosa più importante, al popolo venezuelano che Edmundo Gonzalez Urrutia ha ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni presidenziali del 28 luglio in Venezuela”. Tra Washington e Caracas da tempo non corre buon sangue e non è un segreto che Maduro venga visto come fumo negli occhi. Gli Stati Uniti hanno “autorizzato” Edmundo González ad “autoproclamarsi” presidente del Venezuela “in piazza il 3 agosto”, afferma il rappresentante permanente del Venezuela presso le Nazioni unite, Samuel Moncada, sostenendo che a Washington “non è mai importato sapere come hanno votato i venezuelani

In scia a quello americano oggi sono arrivati altri riconoscimenti per Gonzalez. Prima quello dell’Argentina dell’ultra liberista di estrema destra Javier Milei e, a stretto giro, quelli dell’Uruguay e dell’Ecuador. “A diversi giorni dalla pubblicazione dei verbali elettorali ufficiali del Venezuela” da parte delle opposizioni “possiamo tutti confermare, senza dubbio, che il legittimo vincitore e presidente eletto è Edmundo González”, ha scritto su X la ministra degli Esteri argentina, Diana Mondino. La scelta della piattaforma non è forse casuale visto che il proprietario Elon Musk si è espresso apertamente a favore di Gonzalez contestando la legittimità delle votazioni.

Il presidente della Russia Vladimir Putin ha invece invitato Maduro al prossimo vertice dei Brics in agenda ad ottobre nella città russa di Kazan. L’Iran si dice contrario ad interferenze straniere nel voto. Giovedì, in un comunicato congiunto, i ministeri degli Esteri di Brasile, Colombia e Messico hanno chiesto alle autorità elettorali venezuelane di “procedere velocemente e di rendere pubblici i dati suddivisi per seggio elettorale”.

L’ong venezuelana Victim’s Monitor ha nel frattempo reso noto che fino a ieri sono stati registrati 21 morti, di cui quattro non identificati, oltre a decine di feriti, nel contesto delle proteste scoppiate nel paese. L’opposizione denuncia una “escalation” delle persecuzioni da parte del governo nei confronti dei loro rappresentanti e in particolare nei confronti di scrutatori e rappresentanti di lista che hanno partecipato al processo elettorale.

In questo scenario di crescente tenzione ed incertezze il governo venezuelano ha espulso il giornalista italiano Marco Bariletti, inviato Rai, e il suo cameraman Ivo Bonito, dopo che erano appena atterrati all’aeroporto internazionale Simón Bolívar di Maiquetía. Stessa sorte è toccata ad una troupe della Televisione Nazionale Cilena (Tvn). Dalle elezioni l’ong Reporter senza frontiere (Rsf) denuncia l’aumento esponenziale degli attacchi contro i giornalisti venezuelani e stranieri. In un comunicato, Rsf ha assicurato che “continuerà a monitorare i casi di attacchi ai giornalisti e di ostruzione al lavoro della stampa”.

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