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Il pil tedesco arranca e il governo litiga sul bilancio 2025: ballano fino a 9 miliardi. I liberali propongono di tagliare la spesa sociale

Mentre l’economia tedesca arranca, con il pil che nel secondo trimestre è calato dello 0,1% sorprendendo in negativo gli analisti, la “coalizione semaforo” che sostiene il governo litiga sul bilancio 2025. Il compromesso faticosamente raggiunto a luglio da socialisti della Spd, liberali della Fdp e Verdi – tutti sonoramente bocciati dagli elettori alle Europee – è in bilico. Il Ministro delle Finanze Christian Lindner (Fdp), dopo aver commissionato due perizie da cui emergono rischi di costituzionalità per diverse misure, vuole ridiscuterlo. E a ballare non sono spiccioli, bensì una cifra tra gli 8 e i 9 miliardi di euro. La Spd del Cancelliere Olaf Scholz critica aspramente il suo modo di procedere: Lindner, sostiene, non avrebbe dovuto annunciare il risultato di quei pareri senza consultarsi con i partner.

L’audit voluto dal ministero boccia in primo luogo l’idea di impiegare nel bilancio 2025 soldi stanziati originariamente per il tetto al prezzo del gas e dell’energia, in quanto la nuova attribuzione porrebbe rischi costituzionali. E il governo ha già avuto un amaro risveglio lo scorso autunno quando la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il reimpiego di 60 miliardi circa accantonati per gli aiuti per la pandemia di coronavirus. Bocciato anche il tentativo di far passare come “prestiti” anziché sovvenzioni i soldi che andranno a Deutsche Bahn e Autobahn GmbH per il rinnovo della rete ferroviaria e di quella autostradale. Il gestore delle ferrovie infatti avrebbe difficoltà a rimborsare poi prestito ed interessi a fronte delle necessità di risanare il proprio bilancio. Altrettanto problematico il prestito alla società autostradale: l’ente non ha redditi propri e quindi non potrebbe ripagarlo a meno di non modificare la legge intestandogli i ricavi dei pedaggi. Cosa che però richiederebbe un lungo dibattito parlamentare.

Il Cancelliere, attualmente in ferie, non ha preso posizione sulla diffusione degli audit. La capa della Spd Saskia Esken però è andata all’attacco: “E’ sconsiderato, supera i limiti di quanto per me è tollerabile in una coalizione”. Il capogruppo del partito Rolf Mützenich dalle pagine della Süddeutsche Zeitung accusa il ministro delle Finanze di “azioni irresponsabili nella controversia sul bilancio” e secondo il portavoce per le questioni finanziarie del partito socialdemocratico Dennis Rohde ora è Lindner a dover risolvere il problema: “È compito del Ministro federale delle Finanze presentare una proposta di bilancio costituzionalmente sostenibile”. La FPD replica che le tre misure bocciate erano state concepite dalla Cancelleria, ma Lindner aveva dei dubbi e per questo richiesto i pareri giuridici. I liberali, comunque, un’idea su come uscire dall’impasse ce l’hanno: secondo il politico della FDP Karsten Klein, nella rigida osservanza del freno al debito è necessario discutere di nuovi “tagli al settore sociale” e “della copertura della tassa per le energie rinnovabili con il budget federale”. Un approccio che rischia di far saltare i nervi ai partner di governo.

Nell’attuale progetto di bilancio dal volume di quasi 500 miliardi, il buco ammonta a 17 miliardi. Una buona metà, con le idee escogitate finora, sarebbe stata coperta in modo abbastanza indolore, l’altra si sarebbe dovuta recuperare da qualche rimanenza non spesa a fine anno. Adesso però la coalizione di governo è di nuovo in affanno: dovrebbe trovare un’intesa entro metà agosto e rispettare i tempi per l’iter parlamentare. Scholz, il vicecancelliere Robert Habeck (Verdi) e lo stesso Lindner si erano accordati sul bilancio di previsione 2025 all’inizio di luglio, dopo oltre 80 ore di trattative. L’opposizione non nasconde il suo scetticismo e fa ricadere la responsabilità della bocciatura negli audit soprattutto sulla Cancelleria. Mathias Middelberg (Cdu) ha dichiarato alla ARD che “Christian Lindner si è fatto ancora una volta trascinare dal Cancelliere” con il risultato che “il Parlamento non ha un bilancio da poter prendere in considerazione”.

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