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Il Friuli Venezia Giulia è un Campo di battaglia nel film di Amelio in corsa a Venezia81

Il Friuli Venezia Giulia è un Campo di battaglia 


nel film di Amelio in corsa a Venezia81

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Tra i protagonisti della prossima Mostra del Cinema di Venezia c’è anche il Friuli della Grande Guerra: a portarlo nel concorso ufficiale è il film “Campo di battaglia” che il regista Gianni Amelio ha girato con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini tra Udine, Venzone, Gorizia, Cormons, Villa Manin a Codroipo e Tolmezzo. «Le vicende del mio film esigevano il Friuli», ha detto Amelio lo scorso ottobre durante le riprese a Udine. «Bisogna girare i film dove le storie sono realmente accadute: è un atto di onestà per i luoghi e per le persone».

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E ora “Campo di battaglia”, prodotto da Kavac Film con Rai Cinema e il contributo di Friuli Venezia Giulia Film Commission–PromoTurismoFvg, avrà la sua anteprima al Lido il 31 agosto, correrà la gara per il Leone d’Oro e il 5 settembre potremo vederlo in tutti i cinema italiani.

Amelio ha pensato a una storia che parla dell’orrore di tutte le guerre, ma anche di amore, amicizia, etica medica e pandemia, arrivando alla terribile febbre spagnola che decimò la popolazione europea proprio sul finire della Prima Guerra Mondiale. Il film, ambientato nel 1917, racconta di due ufficiali medici amici d’infanzia, Stefano (Alessandro Borghi) e Giulio (Gabriel Montesi), che lavorano nello stesso ospedale militare dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite: sono dei simulatori che farebbero di tutto per non tornare a combattere. Questo divide i due amici su visioni politiche opposte: Stefano, di famiglia altoborghese, è intransigente con gli autolesionisti, mentre Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, vorrebbe realizzarsi nel campo della ricerca. Entrambi sono innamorati dell’infermiera Anna (Federica Rosellini), conosciuta ai tempi dell’università. Di fronte all’aggravarsi misterioso di molti malati, è proprio lei a sospettare che nell’ospedale ci sia un sabotatore che provoca di proposito delle complicazioni alle ferite, perché i soldati non vengano più rimandati in battaglia. Ma a scombinare le carte di tutti, soldati e civili, arriverà l’influenza spagnola.

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Le riprese in Friuli, durate dodici giorni, hanno coinvolto oltre venti tecnici e maestranze locali e più di 520 comparse. In un ruolo importante, ma ancora segreto, vedremo anche l’attrice triestina Maria Grazia Plos, che in questi giorni sta provando in teatro il “Sior Todero Brontolon” con Franco Branciaroli che debutterà a Verona il 4 settembre e aprirà poi la stagione del Teatro Rossetti il 1° ottobre. Per lei, dice, quello con Amelio «è stato un incontro magico. Lavorare con lui è come vedere il mondo attraverso gli occhi di un poeta potentissimo, con una forza fisica e una capacità straordinarie di far diventare il suo immaginario una visione comune». Per l’attrice, di solito impegnata sul palcoscenico, “Campo di battaglia” è una splendida occasione di cinema dopo aver lavorato anche ai due capitoli di “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores.

Anche per Amelio è scattato qualcosa di speciale sul set udinese, come ha raccontato lo scorso ottobre: «Qui in Friuli ho sentito una partecipazione umana enorme, questo fa la differenza. Ho girato in molti paesi, dall’Albania alla Cina, e ho scoperto che le persone che si sentono parte di una vicendati danno di più. La Prima guerra mondiale è stata devastante: non è vero che le guerre non ci toccano, anche se sembrano lontane. È necessario continuare a parlarne».

Gianni Amelio ha vinto a Venezia il Leone d’oro nel 1998 con “Così ridevano” e il premio Osella per la migliore regia nel 1994 con “L’america”. Comunque vada quest’anno la corsa al Leone, la presenza di “Campo di battaglia” fra i film in concorso al Lido è un risultato che premia ancora una volta il grande lavoro del sistema cinema regionale e in particolare proprio della Fvg Film Commission, composta dal coordinatore Chiara Valenti Omero, Guido Cassano e Gianluca Novel. Solo qualche mese fa un altro film girato in regione, “Gloria” di Margherita Vicario, aveva raggiunto il concorso di un grande festival internazionale, quello di Berlino. E a Venezia la presenza del Friuli Venezia Giulia non si limita a “Campo di battaglia”: fuori concorso verrà presentata la serie Sky Original "M. Il Figlio del Secolo" di Joe Wright, dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, girato tra Gorizia e Aquileia, che racconta la nascita del fascismo in Italia e l'ascesa al potere di Benito Mussolini (interpretato da Luca Marinelli). Nella sezione Orizzonti vedremo invece il documentario "Wishing on a star” di Péter Kerekes, sempre girato in regione, mentre le Giornate degli Autori presentano “Alpha” di Jan-Willem van Ewijk, girato sul comprensorio sciistico di Sella Nevea e a Valbruna, in Val Saisera.

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