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Inchiesta Venezia, palazzi Morosini e Duodo gli hotel e l’ex Umberto I: ecco le consulenze sospette

Sono quasi 370 pagine e, fatte salve le prime 40 che compongono il verbale della denuncia querela di Renato Boraso contro Claudio Vanin, le altre sono una collezione di foto, planimetrie, documenti della pubblica amministrazione scaricati dai siti istituzionali, stampate di Google maps, una pioggia di allegati che l’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia ha portato in Procura a dimostrazione di come la sua società di consulenze, la Stella consulting srl, avesse davvero compiuto un’attenta ricognizione del mercato immobiliare non solo veneziano ma Veneto, tutta a favore della Falc srl.

La pila di fogli - in realtà anche più fitta, se si decidesse di esplodere tutti i file che sono solo racchiusi in una schermata riassuntiva o in un link - è un mosaico che si va ad aggiungere a quello della vicenda che ha dato il via all’inchiesta della Guardia di finanza: la presunta tangente incassata da Boraso tra il 2017 e il 2018 quando, nella sua veste di titolare del Patrimonio, avrebbe fatto in modo di abbattere il prezzo di palazzo Poerio Papadopoli per favorirne la cessione al magnate di Singapore Chiat Kwong Ching, una vendita che sarebbe poi stata propedeutica alla ben più complessa contrattazione che riguardava l’area dei Pili.

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Le carte

Tra le carte presentate dall’assessore ci sono il contratto firmato con la Falc, le fatture, i Piani di assetto del territorio di tutti i capoluoghi veneti, le diverse perizie su palazzo Poerio Papadopoli e palazzo Donà, (anche quello comprato da Ching), ma anche alcune “schede” per palazzo Morosini del Pestrin, sull’hotel Cavalletto, sull’hotel Rialto, su palazzo Duodo, sul compendio dell’ex ospedale Umberto I, più una relazione sul gruppo alberghiero Cazzavillan; i dossier compilati per ciascun immobile - esclusi il “buco di Mestre” e le i due effettivamente acquistati dal gigante straniero - sono tutti simili: un paio di foto prese online, poche righe firmate dalla Stella, la pagina scaricata dal Prg per la città antica.

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In Procura dopo Report

Boraso ha portato i faldoni ai pm dopo la messa in onda della puntata di Report che dava voce alle accuse di Vanin, inizialmente parte della squadra di Ching e poi uscito dall’affare: la Falc risulta intestata a suo figlio, e avrebbe ricevuto le fatture di Stella al posto di Luis Lotti, intermediario del tycoon di Singapore, privo però di licenza ad operare sul mercato immobiliare italiano; Vanin, insomma, sostiene di conoscere bene motivazioni e meccanismi che hanno portato a quei due pagamenti da 30 mila euro, Iva esclusa. I pm sembrano vederla esattamente come lui: nell’integrazione che comprende tutte le carte prodotte dall’assessore la loro relazione spiega come, addirittura, l’accusa-difesa di Boraso contro Vanin rappresenti soprattutto un’ammissione di colpa, andando a confermare con tanto di documentazione quello stesso sistema denunciato dal geometra di Villorba.

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