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L’ateneo di Padova cancella una gara d’appalto: rischiava l’annullamento del Tar

L’appuntamento davanti al Tar del Veneto era previsto il prossimo 17 ottobre. All’ordine del giorno l’annullamento (o meno) della gara d’appalto, da oltre 14 milioni di euro, indetta dall’Università di Padova per la fornitura e l’allestimento di attrezzature e apparati audio-video dopo il ricorso di un’impresa lombarda decisa a lamentare la mancata parità di trattamento tra gli operatori interessati. Niente da fare, tutto cancellato. Non ci sarà nessun contenzioso.

E nessuna decisione del Tribunale amministrativo regionale. Con un provvedimento a sorpresa, firmato dal direttore generale Alberto Scuttari, l’Università ha revocato in autotutela il precedente decreto del 17 aprile scorso grazie al quale il massimo dirigente aveva autorizzato l’avvio della complessa procedura per individuare l’azienda vincitrice della gara d’appalto in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Contemporaneamente il bando dovrà essere riscritto dall’Apal dell’Università (Area patrimonio approvvigionamenti e logistica) che già aveva provveduto a stendere quello finito sotto accusa. La soluzione, però, non sarà a breve: a quanto si legge nell’atto di revoca, ci vorranno dai 6 ai 9 mesi prima avere un affidatario del servizio a partire dalla pubblicazione del nuovo bando.

Il ricorso

Come anticipato dal mattino di Padova, il 25 maggio scorso la società Impianti spa, con sede a Carate Brianza, aveva presentato un ricorso difesa dall’avvocata Roberta Bertolani. Indice puntato nei confronti di una certificazione denominata Uni 11799: 2020, introdotta in Italia nel novembre 2020, che stabilisce precisi requisiti da rispettare nelle diverse fasi di erogazione del servizio audio, video e controllo, rilasciata da enti specifici a conferma dell’alto standard delle prestazioni.

Secondo la ditta quel requisito previsto nel bando avrebbe limitato fortemente il principio della par condicio fra i possibili partecipanti, in quanto condizione indispensabile per l’ammissione. Il 26 maggio (un giorno prima della data di scadenza delle offerte) il giudice amministrativo Grazia Flaim aveva accolto in via urgente l’istanza dell’impresa lombarda, sospendendo in via provvisoria gli atti di indizione della gara di fronte alla prospettata violazione del principio concorrenziale. E la parola era passata al Tar in composizione collegiale che aveva confermato il provvedimento cautelare, rinviando la decisione di merito all’udienza del 17 ottobre. Una decisione che non ci sarà perché è stato revocato il bando di gara.

Le motivazioni dell’università

Nel provvedimento di autorutela si legge che «non appare compatibile con i tempi necessari per procedere all’affidamento l’attesa della conclusione del contenzioso pendente avanti al Tar, il cui esito allo stato appare incerto...» . E si sottolinea che è interesse della stazione appaltante (l’ateneo) «portare a termine una nuova procedura di aggiudicazione... bandita nell’immediato tenuto conto delle tempistiche...». Per centrare l’obiettivo viene giustificata la revoca del precedente bando «al fine di poter procedere con l’indizione di una nuova procedura di gara avente medesimo oggetto» nota il direttore generale. Nessun operatore economico aveva presentato un’offerta.

Accumulato un maxi ritardo

Insomma alla fine si saranno persi almeno dieci mesi, mentre è ormai in scadenza il servizio (sempre di durata quadriennale) affidato alla ditta 3P Technologies con sede a Saonara. Un servizio non prorogabile. Di conseguenza l’ateneo potrebbe essere costretto a utilizzare interventi a chiamata, coinvolgendo imprese sempre diverse, sia per garantire nuove dotazioni audio-video sia per la manutenzione di quelle esistenti. Sono ben 10 mila i dispositivi già installati e operativi che riguardano 671 aule-laboratori in 184 immobili universitari situati per lo più a Padova ma anche a Legnaro oltreché in sedi esterne sia del Veneto che fuori regione.

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