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Ancora odio contro Meloni e la figlia. L’ignobile minaccia arrivata sui social di FdI

meloni figlia

Odiatori social ancora in azione contro Giorgia Meloni e sua figlia. L’ultimo episodio è stato denunciato da FdI sulle proprie pagine, che sono state anche il luogo in cui si è consumato. Al profilo Facebook del partito è arrivato un messaggio che recita: “Kill gioggia e Ginevretta”. Si tratta di un fatto grave in sé, […]

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Odiatori social ancora in azione contro Giorgia Meloni e sua figlia. L’ultimo episodio è stato denunciato da FdI sulle proprie pagine, che sono state anche il luogo in cui si è consumato. Al profilo Facebook del partito è arrivato un messaggio che recita: “Kill gioggia e Ginevretta”. Si tratta di un fatto grave in sé, che assume connotati tanto più ignobili perché coinvolge anche la bambina. Ma il tema è a monte, non a valle.

La minaccia nei confronti di Giorgia Meloni e della figlia

“Questa è una minaccia arrivata sulla pagina Facebook di Fratelli d’Italia e indirizzata al Presidente Giorgia Meloni e alla figlia. Il clima di odio e di intolleranza nei confronti del Presidente del Consiglio e della sua famiglia diventa sempre più inaccettabile e pericoloso. La nostra piena solidarietà”, si legge nel post del partito, che in meno di tre ore ha raccolto quasi mille commenti. Si tratta di messaggi di vicinanza e incoraggiamento al premier, fra i quali molti auspicano un intervento tempestivo della polizia postale e una presa di posizione del presidente della Repubblica.

La “sfida culturale” del premier sulla maternità

Solo ieri Meloni, attraverso le anticipazioni della lunga intervista a Chi, aveva parlato del suo rapporto con Ginevra e della sorpresa rispetto alle critiche che le erano state rivolte per averla portata con sé in Cina. “Mi fa sorridere che certe persone si ritengano moralmente così superiori da poter insegnare a una madre come crescere la propria figlia”, ha detto il premier, parlando anche della “sfida culturale” insita nel mostrare che la maternità si può conciliare con qualsiasi impegno professionale, anche quello a livello più alto. “Riguarda tutte le donne”, ha sottolineato Meloni.

Molto più di una bravata da “leoni da tastiera”

Per alcuni soggetti – per i quali la definizione di leoni da tastiera è quasi un complimento e, considerata la portata delle minacce, diventa quasi un auspicio – invece, la maternità continua a essere vista come un elemento di vulnerabilità, da attaccare nel peggiore dei modi. Perché in quest’ultima minaccia, così violenta e così odiosa, c’è anche questo. Come c’era nel post di quell’autore Rai che ha ritenuto di commentare la foto di Meloni con Ginevra a Pechino ironizzando sul fatto che “la mamma dei fascisti è sempre in Cina”. Chiaramente esiste una differenza abissale tra una minaccia di morte e un post sprezzante, ma c’è un filo rosso che unisce i due episodi e tutti gli altri casi in cui per colpire il premier qualcuno ha deciso di colpire la donna, la mamma e anche la figlia.

La maternità esiste perché esistono i figli, attaccarla leva protezione anche ai bambini

Anche per questo sarebbe importante che tutti – politica, istituzioni e società civile – si esprimessero su episodi di questa natura, la cui portata va oltre lo specifico della persona Giorgia e della bambina Ginevra e anche oltre la possibilità di un effettivo pericolo. Si tratta di una frontiera culturale che non ammette tentennamenti e che sta a monte, non a valle dell’idea che si possa arrivare a minacciare di morte una bambina. Perché la maternità esiste in quanto esistono i figli e, se la maternità può essere attaccata in modo violento, volgare o superficiale che sia, anche per i bambini non esiste più scudo.

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