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Patria e ambiente, mafie e droghe: nelle 33 ore di educazione civica entra di tutto. Grande esclusa l’educazione affettiva

Patria e ambiente, mafie e droghe: nelle 33 ore di educazione civica entra di tutto. Grande esclusa l’educazione affettiva

Pubblicate le linee guida del ministro Valditara per il prossimo anno scolastico

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In 33 ore l’anno di educazione civica, maestri e professori d’ora in poi dovranno occuparsi di insegnare di tutto e di più: dai valori costituzionali di solidarietà e libertà alla formazione alla coscienza di una comune identità italiana alla promozione della cultura d’impresa all’educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità al rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini. Ma non solo: i docenti dovranno anche parlare di educazione al rispetto per tutti i beni pubblici; di promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione; fare prevenzione al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo; educazione stradale; promuovere la cultura del rispetto verso la donna; l’educazione finanziaria e assicurativa; l’uso etico del digitale e la valorizzazione della cultura del lavoro.

Sono le nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica firmate oggi dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il numero uno di viale Trastevere nell’elencare il libro dei sogni del buon allievo dev’essersi scordato che la Legge 92 del 20 agosto 2019 ha introdotto dall’anno scolastico 2020-2021 l’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e secondo ciclo d’istruzione ma con sole 33 ore annue dove difficilmente si riescono ad affrontare tutti gli argomenti stilati dal ministro. Da notare, inoltre, l’unico – probabilmente – tema assente ovvero quello dell’educazione alla sessualità e all’affettività tanto richiesto da più parti nel nostro Paese.

In ogni caso, ora, il documento è stato inviato al Consiglio superiore della pubblica istruzione per il prescritto parere non vincolante, ma presto arriverà sulle scrivanie dei dirigenti scolastici e del personale che entra in classe. Tra le principali novità introdotte il ministro ha confermato il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, nonostante in numerosi abbiano fatto notare a Valditara che alla cosiddetta “materna” e “primaria” fossero ben pochi i minori che si presentano a scuola con il cellulare.

Non manca in queste linee guida uno “zampino” leghista quando si dice: “Viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Allo stesso tempo, la valorizzazione dei territori e la conoscenza delle culture e delle storie locali promuovono una più ampia e autentica consapevolezza della cultura e della storia nazionale”.

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