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Collaudata in mare aperto la chiatta per la sostituzione delle paratie del Mose

Tagliando in mare per il jack up, il gigantesco mezzo navale costato 52 milioni e fermo ormai da anni ai Bacini, utilizzato per l’installazione delle paratoie e per la loro sostituzione. Il tutto sempre in attesa della gara per la manutenzione delle barriere.

Lunedì 5 agosto il jack up ha lasciato il bacino di carenaggio per posizionarsi alla piarda dell’Arsenale. Ieri invece il mezzo – in assetto corto, quello cioè adatto a sollevare le barriere più piccole – con a bordo gli esperti del Riina e la Capitaneria di Porto, ha mollato gli ormeggi e, attraverso la bocca di porto del Lido, è uscito in mare per una serie di test che hanno l’obiettivo di ottenere le certificazioni necessarie al suo utilizzo. In sostanza, una sorta di revisione del mezzo, necessaria periodicamente a distanza di cinque anni. Il collaudo in modalità lunga, quella cioè adatta alle barriere più grandi, era già stato fatto anni fa.

Si tratta di una prima fase relativa esclusivamente alla certificazione amministrativa. A fine giornata il jack up è rientrato all’Arsenale dove, a partire da novembre, questa volta in assetto lungo (quindi per le paratoie più grandi), si svolgeranno le prove di carico. Sono tutte operazioni finalizzate a rendere operativo il jack up per la manutenzione delle paratoie di Lido, Malamocco e Chioggia. Per le paratoie di Treporti si continuerà ad usare invece la Cavalletta, la grande macchina galleggiante costruita dalla ditta Fagioli per sollevare le paratoie, costata 25 milioni di euro e comprata proprio per ovviare ai ritardi nella riparazione del jack-up.

Non più tardi di un anno fa, il comitato tecnico aveva approvato la spesa di circa 7 milioni di euro per la manutenzione del jack up, utilizzato nel 2014 per inserire le paratoie alla barriera del Lido. La nave è dotata di un equipaggio formato da sei persone oltre al comandante: due direttori di macchina, due elettrotecnici, due marinai. L’equipaggio in questi anni ha garantito una costante manutenzione ordinaria per evitare il deperimento del mezzo.

La spesa rientra nella gestione del Mose, a rimborso, come per il personale addetto ai sollevamenti.

La grande nave gialla, costruita da Mantovani per togliere e installare le paratoie sul fondo, di milioni è costata 52 milioni. Ma si era guastata prima ancora di prendere servizio. Altri sette, nel corso degli anni, ne sono stati spesi per rimetterla in navigazione. Nel frattempo, le sue funzioni sono state fatte dalla cavalletta della Fagioli, costata circa la metà. Per adeguarla a una maggiore durata nel tempo (almeno 50 anni) sono stati pagati altri lavori di sistemazione per tre milioni: un fiume di denaro impiegato per la costruzione dei due mezzi di trasporto delle paratoie del Mose. Nel frattempo, a oltre un anno dall’estrazione della prima barriera da Treporti (da oltre dieci anni sott’acqua), nei prossimi giorni altre due saranno rimosse per essere manutentate. Al loro posto saranno posizionate quelle già sistemate.

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