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L’addio di Trieste a Filippo “Pippo” Pezza, militante e ultimo partigiano del coro Pinko Tomazic

TRIESTE È venuto a mancare in questi giorni, alla soglia dei 95 anni, una delle figure storiche della sinistra triestina: Filippo Pezza, noto come “Pippo”.

Partigiano fin da giovanissimo, poi militante del Pci, infine tra i fondatori di Rifondazione comunista, Pezza ha attraversato i momenti culminanti degli ultimi 80 anni di storia di queste terre. Già 14enne, infatti, entrò nelle file dei partigiani nascondendo la sua vera età, combattendo soprattutto in Istria e tornando a Trieste il 3 maggio del 1945 «per liberarla dai nazifascisti», era solito ribadire.

Nell’immediato dopoguerra lavorò a Maribor, nella fabbrica automobilistica “Tam”. Nel 1947 tornò definitivamente a Trieste e fu assunto dalla Provincia, ente nel quale operò fino all’età del pensionamento. Rimasto vedovo negli anni Settanta, “Pippo” Pezza fu sempre molto attivo politicamente, dapprima nell’ambito del Pci, poi nelle file di Rifondazione comunista, successivamente alla svolta della Bolognina, della quale fu uno dei più tenaci oppositori.

Si dedicò molto anche alla costruzione della Casa del Popolo di Borgo San Sergio, rione nel quale ricoprì pure la carica di segretario politico del Circolo territoriale di Rc. Successivamente, fu nominato socio onorario dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi).

Da sempre appassionato di musica, “Pippo” Pezza è stato a lungo componente del coro partigiano triestino “Pinko Tomazic”, formazione che ha voluto essere presente alla cerimonia funebre. Pezza era l’ultimo partigiano a farne parte.

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