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Morto a 21 anni nello schianto con l’auto, l’ultimo abbraccio ad Ani: «Sarà sempre uno dei nostri»

AZZANO DECIMO. Il battito di centinaia di cuori fa più rumore del rintocco delle campane a lutto, che alle diciassette in punto segnano l’inizio dell’addio. Fuori dalla chiesa si è raccolta mercoledì 7 agosto più di una comunità, più di un paese, più di un gruppo di amici per salutare Ani Gjergji. La sua giovane vita è finita troppo presto a causa di un tragico destino.

Il 21enne è morto carbonizzato sabato 3 agosto, dopo uno schianto di notte con la sua Alfa Romeo 147 grigia contro un ponticello di cemento in via Cesena a Chions, probabilmente per un colpo di sonno.

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Il silenzio

Sul sagrato il silenzio governa quegli istanti che sembrano interminabili. Centinaia di occhi, rossi dal pianto, si volgono verso il carro funebre che a passo lento avanza verso la chiesa. La bara è di un legno chiarissimo. Adagiato sopra un cuscino di rose bianche, simbolo di purezza, come la vita del ragazzo strappata nel fiore degli anni.

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I genitori, Tafik e Pranvera, restano immobili davanti al feretro, mano nella mano. Uniti nel dolore più grande, la perdita del figlio Ani, il più piccolo della famiglia. Non sono soli. Lo dimostra la tanta gente che ieri ha raggiunto la chiesa di Azzano per salutare, per l’ultima volta, un giovane amico.

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La vicinanza

Attorno ai genitori e alla sorella Ina si stringono uno ad uno i parenti più stretti, gli zii e i cugini, che in questi giorni hanno vissuto con loro la casa di via Trieste, condividendo il dolore nell’idea che insieme anche la sofferenza ha un sapore meno amaro. Ad accogliere il feretro don Aldo Moras. Al centro della navata, vicino all’altare la bara riposa davanti a un cero acceso. «Quel cero è la luce, significa che la vita vince sulla morte. Noi oggi vogliamo chiedere di sostenerci perché anche in queste situazioni si può affrontare il dolore con fiducia e con speranza» spiega il parroco.

La musica

Un momento di raccoglimento e di preghiera che va oltre le provenienze e le religioni diverse per dedicare un pensiero alla memoria di un ragazzo entrato in poco tempo nel cuore di tante persone. «Nessuno, anche chi non lo conosceva, è rimasto indifferente davanti a questa tragedia» rimarca don Moras.

Alla lettura scelta, tratta dal Vangelo secondo Matteo, ne seguono altre, intime e con voce rotta dalle lacrime. Sono pensieri che cugini e amici hanno voluto rivolgergli per l’ultima volta. «La tua musica è ciò che rimarrà sempre. Ti ricorderemo ogni giorno con il tuo splendido sorriso, sarai e rimarrai sempre uno dei nostri» legge una ragazza, facendosi portavoce del gruppo di amici che si è riunito tra i banchi delle prime file.

La t-shirt

Ognuno indossa la stessa maglietta, una t-shirt creata per lui e dedicata a lui, Ani in arte Nai Darko. «Ieri la tua mamma voleva sapere se ti sei fatto volere bene, la risposta la potete vedere con i vostri occhi. Non so perché, chi ha deciso di farci questo» conclude. E sul feretro pronto per proseguire verso il cimitero viene appoggiata la maglia, con le firme di tutti gli amici.

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