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L’Oste della Bon’Ora – Grottaferrata

L’Oste della Bon’Ora
Viale Vittorio Veneto, 133 – 00046 Grottaferrata
Telefono: 06/9413778
Sito Internet: www.lostedellabonora.it

Tipologia: tradizionale con spunti creativi
Prezzi: antipasti 13/22€, primi 14/16€, secondi 15/20€, dolci 8/10€
Chiusura: Mercoledì

OFFERTA
L’oste, al secolo Massimo Pulicati, ormai raramente si vede in questo locale ai Castelli, essendo impegnato con la moglie Maria Luisa nell’osteria al centro di Roma. Ciononostante, rimane questo il nostro indirizzo preferito, quello che consiglieremmo ad occhi chiusi per via dell’esperienza complessiva che vi si vive. Non solo un’ottima cucina che negli anni ha saputo rinnovarsi strizzando l’occhio a preparazioni gourmet – anche se quest’anno alcune imprecisioni ci hanno indotto prudenza nel voto -, ma anche un’arte dell’accoglienza che mette a proprio agio il cliente. Accolti da una deliziosa focaccia al sale grosso, dal pane semi-integrale e dalla gustosa spugna di pomodoro, mousse di pecorino e guanciale croccante come appetizer, abbiamo dato il via alla nostra esperienza scegliendo due dei tre percorsi degustazione, che qui hanno i nomi ispirati a grandi album musicali – Animals, Arca di Noè e L’Imboscata rispettivamente a 45, 55 e 65 euro – e il merito di poter essere scelti anche da un solo commensale, senza vincoli. Si parte bene con il cubo di salmone marinato alla barbabietola e gin lemon e con la tartare di fassona piemontese con spuma olandese, asparagi e parmigiano, per proseguire con il gustoso nido di carciofi e il rassicurante mezzo pacchero con ragù di polpo e olive verdi. Più delicati e intriganti al tempo stesso i tonnarelli con gambero rosa, alga wakame e peperone crusco, così come abbiamo apprezzato il giglio all’uovo con stracotto di maiale e zafferano. Un must, qui davvero imperdibile, sono le animelle: in questa occasione proposte con vellutata di topinambur e cumino. Completamente sbagliato il baccalà alla trasteverina, secco, salatissimo e mal spinato, rimasto intonso. A parte questo inciampo, che non ha intaccato il nostro giudizio più che positivo sulla parte salata del pranzo, qualche perplessità ce l’hanno data i dessert, eccessivamente dolci e poco intriganti, ad eccezione della buona namelaka al cioccolato fondente con arancio e cardamomo: ci riferiamo alla rivisitazione non riuscita del Montblanc e al tiramisù servito in un coreografico guscio a forma di chicco di caffè, ma risultato evanescente al palato, troppo arioso e poco incisivo. In conclusione, segnaliamo il buon espresso con cui abbiamo concluso il pasto e l’ottima usanza di indicare in carta i fornitori utilizzati.

AMBIENTE
Una casetta all’uscita di Grottaferrata accoglie gli avventori in un contesto quasi fiabesco, con le tre sale arredate con gusto con bei tavoli lasciati nudi e l’immancabile Teac a leggere vinili di ottimo livello, nel nostro caso uno splendido album di David Bowie seguito da “Unplugged in New York” dei Nirvana.

SERVIZIO
Piacevolmente informale, cortese e disponibile. Certo, la presenza dell’Oste donava maggior verve all’insieme e crediamo che alcuni avventori possano sentire la sua assenza.

Recensione tratta da Roma de La Pecora Nera – ed. 2024 – www.lapecoranera.net

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