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Rogo all’Aumai di Conegliano, impianto antincendio fuori uso: l’ombra del dolo

L'impianto antincendio del grande magazzino Aumai era stato appena revisionato e perciò perfettamente funzionante. Ma nemmeno i sistemi di sicurezza sono riusciti a bloccare il devastante incendio che martedì pomeriggio ha distrutto i 4 mila metri quadrati del negozio della catena cinese.

Salvi invece i box Bernardi self-storage al piano superiore, dove sono stoccati materiali di privati tra i quali anche opere d'arte e preziosi. Ieri mattina gli ufficiali di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco hanno effettuato un sopralluogo insieme ai carabinieri, per determinare la causa dell'incendio e quale sia stato l'innesco.

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Un punto fermo è che il rogo sia partito dal negozio, forse in uno degli scaffali vicino all'area in cui erano situate le casse, non distante dall’ingresso.

Altro punto fermo è che le fiamme si sono sviluppate in pochi istanti e in modo così violento che il sistema anti- incendio non ha potuto fare nulla. Ingenti i danni, tra struttura e merce andata in cenere si stimano alcuni milioni di euro, due o più.

«La struttura portante ha tenuto, valuteremo con i tecnici» spiega il proprietario dell'immobile, Livio Bernardi. Da tre mesi la proprietà dell'intero stabile aveva riconvertito gli spazi superiori in mini box, in totale un centinaio dei quali trenta già affittati.

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«Sopra è tutto salvo – aggiunge l'imprenditore che ha un'attività di abbigliamento a Trento -. L'incendio è partito dal negozio cinese, ci saranno indagini sulle cause. Venti giorni fa i tecnici avevano fatto le prove anti incendio ed era stato tutto controllato, come si fa periodicamente».

In sopralluogo il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giuseppe Costa. «Con la presenza di molti materiali sintetici c'è stata una grossa difficoltà nello spegnere l'incendio – osserva -. Il personale intervenuto ha evitato il propagarsi al piano superiore».

Trentacinque i pompieri sono sopraggiunti per avere ragione delle fiamme e squadre si sono alternate per l'intera nottata tra martedì e mercoledì ed evitare il riformarsi di focolai. Il pronto intervento ha permesso di salvare la struttura portante e la copertura.

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«Inizieremo la nostra attività d'indagine – aggiunge il comandante Costa – e sentiremo chi era presente all'interno del negozio. Tutte le nostre risultanze andranno al magistrato». Sequestrati materiali per valutare la presenza di eventuali sostanze acceleranti: non si esclude il dolo. Al vaglio inoltre i filmati delle telecamere di videosorveglianza interne ed esterne.

L’immobile non è stato sequestrato.

Mercoledì mattina le commesse cinesi, alcune ancora scosse e in lacrime, hanno potuto recuperare effetti personali e le biciclette con cui si recavano al lavoro. Impossibile ad oggi capire se e quando potrà riaprire il punto vendita della catena cinese Aumai. I tre feriti che avevano riportato lievi ustioni sono stati presto dimessi.

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