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Il sogno di Giosuè con le sue mille voci dietro le marionette: a 21 anni è un burattinaio

UDINE. «Da grande voglio fare il burattinaio». Il friulano Giosuè Nobili, in arte Giogi, 21 anni, ne aveva solo 10 quando comunicò alla famiglia il mestiere che sentiva più congeniale: quel mondo antico e poetico di legno e cartapesta abitato da marionette (complici anche i mille giochi creativi stile “Art Attack” con la mamma Teresa) lo affascinava a tal punto da volerne fare, un giorno, un lavoro.

A convincere i genitori è bastato poco: li ha “portati” in giro per mezza regione, sin dall’età di 5 anni, pur di non perdersi neanche uno spettacolo.

Lo sa bene il suo pigmalione, Pierpaolo Di Giusto, burattinaio cantastorie friulano in pensione (il secondo, dopo Podrecca, ad aver raggiunto più Paesi al mondo coi suoi teatrini, ben 28 di 4 continenti), quanto Giogi ami le marionette: a ogni sua esibizione notava quel bimbo con gli occhi sgranati, ammaliato da dispetti e disavventure di Brighella, Balanzone, Pantalone. A forza di rivederlo, fa amicizia con lui e la sua famiglia.

Quando Di Giusto torna in Friuli, dopo un lungo periodo in Ecuador, rivede il suo affezionato spettatore: stavolta, però, lo porta sul palco. «In occasione di uno spettacolo di “Burattini senza confini”, rassegna che avevo ceduto ad Alberto De Bastiani, Giosuè mi raccontava cose su quest’arte che io, dopo 40 anni di lavoro, non conoscevo. La sua passione era cresciuta: stava seguendo laboratorio teatrale con Elvio Scruzzi. Mi invitò a vedere lo spettacolo allo Zanon e lì capii che possedeva una memoria e capacità recitative notevoli».

Quando Di Giusto e Scruzzi, individuando in lui un talento, gli chiedono «Ti piacerebbe imparare?», Giogi risponde: «È un mio sogno da sempre».

A novembre, con la regia di Di Giusto, l’esordio al centro Balducci con “Il panettiere e il diavolo”: battute divertenti, bastonate, coinvolgimento del pubblico. È un successo. Il suo “padrino artistico” continua a presentarlo a scuole, teatri, feste, rassegne. È il suo erede. «Ora finalmente si chiude il cerchio – afferma –. Ringrazio il Comune di Udine che, promuovendo da 30 anni “Burattini senza confini”, ha fatto sì che il sogno di Giosuè si realizzasse».

Orgogliosi i genitori («al Balducci tutti si chiedevano di chi fossero le voci, increduli che appartenessero a una sola persona»), supportato anche dalla sorella, diplomata in grafica, che gli prepara locandine e foto per gli spettacoli.

Nobili approfondisce frequentando laboratori di Radio Magica Academy e Ami Ritmea (attività musica inclusiva) e studiando video di altre compagnie. Il suo personaggio preferito è Arlecchino, perché «è allegro, birichino, una sorta di eroe della baracca dei burattini».

Adora Punch, una sorta di Pulcinella inglese, e sa tutto dei pupi siciliani del contastorie Mimmo Cuticchio. «Creerò un nuovo personaggio – promette Giogi – e allestirò uno spettacolo tutto mio».

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