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Le perle del Canavese, così gli studenti dell’Iis Ubertini di Caluso immaginano di valorizzare il territorio

Le perle del Canavese, così gli studenti dell’Iis Ubertini di Caluso

immaginano di valorizzare il territorio

foto da Quotidiani locali

CALUSO. Le perle del Canavese. Questo il titolo del progetto ideato e proposto nell'ambito dell'iniziativa Canavese 2030 dagli studenti dell'Iis Ubertini di Caluso.

Le classi coinvolte, sono la 3 B professionale agrario indirizzo Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e la 3 T tecnico agrario Viticoltura ed enologia. Il progetto, supportato dalla dirigente scolastica Laura Fois e coordinato dalle docenti Manuela Muzzolini e Michela Miscioscia, intende, valorizzare il territorio attraverso la cultura, l'ambiente e le tradizioni locali. Gli studenti hanno avuto l'opportunità di conoscere e di promuovere il patrimonio sviluppando competenze trasversali come la ricerca, la creatività, la collaborazione e il senso di responsabilità verso l'ambiente e la comunità locale.

Il nome del progetto è stato scelto dagli allievi, dopo aver seguito un incontro, nel marzo scorso, promosso da Canavese 2030 con la partecipazione dell'esperto di pianificazione turistica Lorenzo Canova, che ha sottolineato «molte perle sono state perse dalla memoria del tempo, sono state dimenticate. Occorre cercare le perle e farle diventare una collana».

Gli studenti, colpiti dalla frase di Canova hanno scelto così il nome per il loro progetto. L’idea è di creare una rete virtuosa, la collana di perle, appunto, poiché al momento l’offerta dei vini canavesani risulta ancora polverizzata e poco conosciuta all’esterno del territorio. «Crediamo che il Canavese –hanno spiegato in coro gli allievi – sia un luogo da valorizzare. In passato non è stato mai considerato come territorio turistico e ci auguriamo che oggi possa diventare sia dal punto di vista enogastronomico sia culturale. È un territorio con un alto potenziale, con tradizioni agrarie e culturali importanti che non bisogna perdere. Speriamo – proseguono i ragazzi – che grazie anche al nostro impegno si possa contribuire a preservare e a promuovere il Canavese che, con la sua ricca storia, paesaggi mozzafiato e tradizioni millenarie, rappresenta un tesoro da valorizzare e preservare. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere il nostro territorio sempre a più visitatori e turisti in Italia e all'estero attraverso la degustazione dei diversi prodotti tipici e vini di qualità e attraverso l'osservazione attenta delle ricchezze naturalistiche e culturali conservate nei diversi luoghi, lungo un percorso naturalistico, enogastronomico e culturale».

L'obiettivo del progetto prevede la valorizzazione dei sentieri naturalistici del Canavese, in particolare il sentiero delle Pietre bianche e il sentiero reale dei vini del Canavese. Attraverso questo percorso, il progetto prevede la realizzazione di punti informativi scansionabili con il Qr Code dove è possibile approfondire le tradizioni e colture quali i massi erratici, la vite Erbaluce, il cedro più grande d'Europa, il mais, Pignoletto rosso. In alcuni punti del percorso sarà possibile acquistare presso negozi di vendita al dettaglio ed aziende agricole con vendita diretta a km zero, alcuni prodotti diretti e trasformati quali: salam-patata, farina da polenta, pignoletto rosso, vino Erbaluce di Caluso doc, vino passito, canestrelli dolci e salati tipici canavesani.

Il progetto è stato presentato lo scorso giugno al teatro Giacosa, nel corso dell’evento promosso da Canavese 2030. Gli studenti hanno realizzato anche la copertina del progetto che sembra un dipinto, con l'aiuto di software di intelligenza artificiale. «Gli studenti – ha detto la docente Michela Miscioscia – devono imparare a saper utilizzare le nuove tecnologie in modo consapevole, in quanto sono richieste a livello europeo l’acquisizione delle competenze digitali in tutte le scuole e in tutti i livelli scolastici». Dunque un progetto interessante con alcuni spunti che possono essere realizzati per dare opportunità a giovani di non allontanarsi dal proprio territorio, ma creare occasioni per investire nel futuro.

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