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Caterina Banti e Ruggero Tita, i dominatori del vento: si incontrarono a Bracciano, iniziarono con un camper e una barca usata

All’inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024 il presidente del Coni Giovanni Malagò insieme a diverse persone del settore avevano assegnato all’Italia molte carte da medaglia, alcune altamente probabili, altre da outsider di lusso. C’era una sola carta però che brillava fra le altre, con l’alone della quasi certezza, quella di Caterina Banti e Ruggero Tita nel NACRA 17. Senza battere ciglio, superando ogni superstizione e tensione, Tita-Banti, ormai un marchio da registrare per lo sport italiano, hanno vinto l’oro olimpico per la seconda volta, facendo avverare una profezia che profumava di sicurezza.

La loro storia è molto semplice, guidata dalla passione e dal talento per il loro sport. Ruggero Tita e Caterina Banti nel 2017 erano dei velisti abbastanza anonimi, in una disciplina sportiva già poco seguita di suo dal grande pubblico. Di Banti si sapeva davvero poco, mentre Tita doveva essere secondo l’idea comune un montanaro, essendo nato a Rovereto, ma ha iniziato a praticare vela sul Lago di Caldonazzo. Insieme alla vela per molti anni si divideva con un’altra disciplina, lo sci. Il che riporta alla mente un altro atleta abbastanza bravo in uno sport, il tennis, che fino alla scelta definitiva in favore della racchetta praticava con buoni risultati anche lo sci.

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Tita fin da subito ottiene dei discreti risultati nella categoria 49er, diventando campione Europeo Youth U23 e vincendo il bronzo mondiale nel 2012. Quando però si trova di fronte all’unico vero palcoscenico che purtroppo per quel che riguarda la vela ti può dare una certa notorietà, ovvero le gare delle Olimpiadi, insieme al prodiere Pietro Zucchetti termina la sua gara soltanto al quattordicesimo posto a Rio de Janeiro 2016.

Un risultato del genere non soddisfa e Ruggero Tita si trova in un momento in cui cerca di capire dove vuole condurlo la sua bussola. Nel 2017 però, l’illuminazione. Nonostante diversi bastoni fra le ruote (sul 49er l’Italia aveva già una squadra affiatata e di buon livello e la Federazione avrebbe voluto che continuasse su quella barca), incontra sul Lago di Bracciano Caterina Banti e insieme passano nella categoria catamarano misto Nacra 17. Anche se combattuta, è la scelta che letteralmente cambia loro la vita sportiva.

In una delle prime gare della loro nuova specialità vincono gli Asian Championship di Shangai e ai mondiali di La Grande-Motte sono medaglia di bronzo. Molti credono che questo sia un risultato enorme, un risultato su cui poter iniziare a lavorare per attestarsi più o meno su quel livello nelle gare internazionali e nella speranza di restare così competitivi. Si sbagliano. Quel bronzo ai mondiali è l’ultimo bronzo che Tita e Banti conquisteranno, da quel momento in avanti solo ori e prime posizioni. Nel 2017 vincono gli europei di Kiel. Nel 2018 vincono prima i mondiali di Aarhus e poi gli europei di Gydnia. Nel 2022 vincono gli europei ancora una volta tenutisi ad Aarhus e i mondiali organizzati in Nova Scotia, in Canada. Nel 2023 vincono i mondiali de L’Aia. Nel 2024 vincono i mondiali a La Grand-Motte.

In mezzo vi aggiungono decine e decine di altre vittorie e ovviamente la grande vittoria olimpica a Tokyo nel 2021. Tirando le somme, Ruggero Tita e Caterina Banti sono arrivati a Parigi 2024 con quattro titoli mondiali consecutivi e un affiatamento in barca davvero eccezionale, essenziale per una categoria dove la simbiosi tra le due persone viene esaltata. Le gare olimpiche di questa edizione non si sono svolte a La Grand-Motte, già location dell’ultima vittoria mondiale del duo, ma a Marsiglia, dove ha spirato per pochi tratti il Mistral, vento che viene da Nord-Ovest e per il quale i due si erano preparati.

Ma Tita e Banti ne hanno viste di tutti i colori in questi anni insieme, viaggiando all’inizio con il camper di Tita e con una barca usata per poter partecipare alle regate. Non sono state condizioni quasi contrarie al preventivato a fermarli. Nelle prime sette regate sono arrivati sei volte al primo posto e una volta secondi, posizionandosi in sesta posizione solo nell’ottava e nona regata, mentre nell’ultima, prima della medal race, sono ritornati in seconda posizione. La “finale” è stata una mera formalità: bastava arrivare nelle prime sette posizioni e così hanno fatto, piazzandosi tranquillamente secondi. Anche ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 la legge Tita-Banti si è confermata grazie alla loro immensa classe e intelligenza veliera. Non resta che continuare a seguire il loro vento, in attesa di nuove vittorie e di Los Angeles 2028, dove poter far diventare anche più grande il loro mito.

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