L’entusiasmo di Voca: «Unione da serie B Il Rocco? Fantastico»
TRIESTE Corsa, grinta e dinamismo per recuperare tanti palloni in mezzo al campo, ma anche qualità, in linea con il gioco di mister Santoni che già gli piace un sacco.
Idriz Voca, 27 anni, svizzero naturalizzato kosovaro, è il perno di centrocampo della nuova Triestina.
Voca, cosa l’ha convinta della Triestina per scendere in serie C dopo due anni di serie B, con tante richieste anche fra i cadetti?
«La cosa più importante per me è stato il progetto. In tante squadre di B non ce ne sono così convincenti come quello della Triestina, che è davvero un progetto importante».
Pensa di potersi adattare a una categoria dove si gioca un calcio più fisico?
«Sicuramente, anche perché a Cosenza giocavamo forse il calcio più fisico della serie B. E poi qui il mister vuole giocare molto la palla, si punta anche sulla qualità e possiamo fare certamente un bel calcio».
Quanto è differente il calcio svizzero e turco da quello italiano?
«In Svizzera c’è più pressing e si punta molto sui giovani per aiutarli nella loro carriera, ed è comprensibile che possano fare errori. In Turchia c’erano giocatori di più qualità ma con poca cura della fase difensiva. In Italia invece c’è qualità e sicuramente più tattica ed esperienza, anche una maggior cattiveria nel difendersi. E di sicuro in Italia e Turchia i tifosi sono più caldi».
Ha giocato due anni a Cosenza da protagonista, ma nei primi mesi aveva trovato poco spazio: come mai?
«Dopo la Turchia non avevo trovato la soluzione giusta e sono stato otto mesi senza squadra. È stato un periodo difficile, ci ho messo un po’ per tornare in forma e per questo non ho giocato tanto nei primi mesi a Cosenza. Ma nelle ultime due stagioni ho giocato sempre».
Preferisce giocare in un centrocampo a due o a tre?
«Per me più o meno è uguale, non cambia tanto: in Svizzera e Turchia ho fatto il 4-3-3, a Cosenza il 4-2-3-1. Qui nella Triestina? Si cambia molto e si muovono tutti».
Le piace cosa vi sta proponendo Santoni?
«Sì, muoversi continuamente è bello e credo sia difficile per l’avversario difendersi. È un calcio che mi piace molto quello del mister, il classico calcio olandese. Poi è vero che io sono più bravo a combattere e rubare palloni, ma da giovane ho giocato anche sulla trequarti e se il mister vuole sono pronto a giocare di più in un certo modo».
Anche la squadra è entusiasta di questo tipo di calcio?
«Sì, abbiamo lavorato molto bene prima in ritiro e ora in queste due settimane a Trieste. Mi trovo molto bene ma tutti vogliono giocare questo calcio, facciamo anche molte sedute video».
Che idea si è fatto sul valore di questa Triestina?
«Io dico che qui c’è davvero tutto per andare in serie B. Questo non può essere un posto da serie C, la società è ambiziosa e quindi dobbiamo fare di tutto per portare la Triestina dove merita».
E dello stadio Rocco che ne pensa?
«C’è un’unica cosa da dire: fantastico. Come in Inghilterra i tifosi sono vicino al campo, ora tocca a noi con i risultati portarli allo stadio». —