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Tensostruttura per i migranti, Gualtieri ci ripensa a metà. “Rampelli: “Un pasticcio, a chi conviene?”

Vittoria? Sconfitta? Pareggio? Per ora il sindaco di Roma Gualtieri ha dovuto rivedere i suoi piani ma la pezza è peggiore del buco. Parliamo della tensostruttura di accoglienza dei migranti in vista del Giubileo da piazzare di fronte alla stazione Termini, in piazza dei Cinquecento, nel cuore del Rione Esquilino. Un progetto a dir poco […]

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Vittoria? Sconfitta? Pareggio? Per ora il sindaco di Roma Gualtieri ha dovuto rivedere i suoi piani ma la pezza è peggiore del buco. Parliamo della tensostruttura di accoglienza dei migranti in vista del Giubileo da piazzare di fronte alla stazione Termini, in piazza dei Cinquecento, nel cuore del Rione Esquilino. Un progetto a dir poco assurdo, per Fratelli d’Italia che nei giorni scorsi ha promosso una campagna contro culminata in un flash mob davanti alla Stazione. “Un’idea folle, irrispettosa per i migranti  che vengono esibiti come un trofeo e che rischia di aumentare il degrado già esistente nell’area di piazza del Cinquecento. La soluzione è quella di spalmare le presenze su tutto il territorio e di ospitarli in strutture permanenti e non provvisorie”.

Migranti, tensostruttura a Termini: Gualtieri ci ripensa ma…

Ieri la novità che però non affronta la questione. Dopo una riunione del Comitato provinciale per la sicurezza, il sindaco  Gualtieri ha annunciato lo spostamento della tensostruttura prevista nel quadrante di Termini con l’inizio del Giubileo. Non più a piazza dei Cinquecento ma alla fine di via Marsala, a qualche centinaia di metri. Dove si trovano già la mensa Caritas e lo sportello della onlus Binario 95, ma gli spazi sono di proprietà delle Ferrovie Italiane. Una scelta legata all’impossibilità di fruire della piazza dopo il restyling totale, ma anche un modo per far contenti residenti e commercianti. Ma è un trasloco di pochi metri, un compromesso che sa di beffa.

Matone esulta: è una vittoria

Siamo sempre all’Esquilino, sempre nel quadrante della stazione, letteralmente accanto al volume di Termini. Però in un posto più nascosto, già parzialmente dedicato all’accoglienza e al supporto di chi vive in strada. Una parte del centrodestra la legge come una vittoria. La prima a esultare è la deputata leghista Simonetta Matone, membro del comitato per la sicurezza. “Il sindaco si è dovuto adeguare alle proteste dei cittadini. Aveva annunciato in pompa magna al tavolo del Giubileo l’irrinunciabilità della struttura in piazza dei Cinquecento, ora ripiega su un’altra soluzione dopo la nostra battaglia”. Anche Federico Mollicone, tra i promotori del flash mob, commenta il mezzo passo indietro del primo cittadino. “La soluzione prospettata è una buona sintesi e un’alternativa alla tensostruttura, che non ci sarà. Sono molto d’accordo con l’idea di creare e sviluppare un progetto complessivo, come proposto da Caritas, che possa andare oltre le scadenze del Giubileo ed essere risolutivo per creare percorsi di integrazione e di cura per i senza fissa dimora”. Il deputato di FdI invita a non abbandonare lo storico Rione, vittima di incuria e degrado da decenni. “Sarà necessario anche un piano straordinario permanente di pulizia e decoro dei portici, di Piazza dei Cinquecento, di Piazza Vittorio e le zone limitrofe, che al momento sono in condizioni, appunto, indecorose”.

Rampelli: è un pareggio che non fa bene alla città

Insoddisfatto del mezzo dietrofront di Gualtieri, invece, Fabio Rampelli.  “L’eliminazione della tensostruttura dall’abominevole localizzazione di Piazza dei Cinquecento, è un recupero disperato di un goal in fuori gioco realizzato dal Campidoglio. Non una vittoria per la città – dice il vicepresidente della Camera – ma almeno un pareggio, perché i senza fissa dimora che prima venivano strumentalmente esibiti senza pietà in mezzo alla piazza, oggi vengono solo nascosti sotto il tappeto, a 200 metri dal fronte stazione. Noi ci siamo opposti alla tensostruttura in strada perché era e resta un’idea cinica e irrispettosa degli ospiti e della città. Ma tuttora mi domando quale sia l’idea di fondo a suo sostegno, cosa si sarebbe voluto dimostrare, quale sia l’obiettivo finale. Quando prendono forma scelte incomprensibili occorre domandarsi sempre: cui prodest?”.

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