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Mirza Alibegovic, capitan futuro: «Vedo belle facce, gente che sa vincere e americani d’oro»

I gradi di capitano non sono ancora stati assegnati all’Apu Old Wild West, ma Mirza Alibegovic è già uno dei leader dello spogliatoio. Per la sua indole, il suo attaccamento a Udine e il suo feeling con un ambiente che conosce sin da quando vestiva l’arancione della Snaidero. “Mirzone”, questo il suo soprannome, parla a cuore aperto della stagione appena cominciata.

Alibegovic, che sensazioni avverte dopo i primi giorni di preparazione?

«Molto positive. Vedo belle facce, gente con cui ho già vinto campionati e Coppa Italia. Conosco gli uomini prima ancora che i giocatori. E i due americani sono ragazzi d’oro. Vedo una gran voglia di comunicare, di stare assieme. Non è una cosa scontata. Fare gruppo è una buona base di partenza».

Dal punto di vista personale che obiettivo si pone per questo secondo anno all’Apu?

«Voglio essere il solito Mirza, quello che dà tutto dalla palla a due alla sirena finale. Poi ci possono essere giorni in cui mi entra ogni tiro e altri in cui faccio uno su cinque, ma uscendo a testa alta dal campo. Un sogno ce l’avrei: vorrei vincere un altro campionato».

È un’Apu più forte?

«È molto diversa. È cambiato l’assetto, con play e ala grande stranieri: l’anno scorso avevamo guardia e pivot. La società ha puntato su una squadra lunga, anche perché giocheremo tante partite. Sono molto positivo, vedo un roster bilanciato. Ora la parola spetta al campo».

In attesa di sapere se sarà il nuovo capitano, può dirci se si sente un leader dell’Apu?

«Al ruolo di capitano non ci penso, è una decisione che spetta a coach, ds e società. Per me cambia poco, in squadra ci sono tanti giocatori esperti che possono ricoprire questo ruolo. Io mi reputo un leader emotivo, nei momenti caldi della partita mi piace esaltare la gente e i compagni. Voglio mettere al servizio della squadra energia ed esperienza».

Arletti ha fatto bene ad andare a Brindisi?

«Gianmarco è un grandissimo talento, ha potenziale e voglia di lavorare. Durante l’estate ci siamo scritti. Sono convinto che tornerà maturato dall’anno in prestito».

Il livello della A2 si è alzato come dicono in molti?

«Sì, anche se non c’è una Trapani ammazzacampionato come quella dei play-off con Stefano Gentile e mio fratello Amar. Vedo tante squadre attrezzate, anche l’Urania Milano ha costruito un bel team. In trasferta sarà dura su ogni campo».

La nuova formula le piace?

«Finalmente hanno tolto la fase a orologio! Mi piace la promozione diretta, premia chi dimostra di essere più forte durante tutto l’anno».

Le sue favorite per il salto di categoria?

«Non dico Udine per scaramanzia. Mi piace molto Cantù, poi sono tutte lì: Verona, Fortitudo, Pesaro. Aspettiamo di vedere il secondo Usa di Forlì».

Lei è legatissimo a Torino. Che ne dice di Boniciolli nuovo coach sotto la Mole?

«Scelta intelligente. Matteo è bravo a lavorare con i giovani e valorizzarli, è l’uomo giusto vista la politica intrapresa dal club».

Che messaggio manda ai tifosi bianconeri?

«Li voglio ringraziare per gli applausi che ci hanno tributato al termine di gara quattro con Cantù. Hanno capito che abbiamo dato tutto. Ora chiedo loro di starci accanto, ho parlato con alcuni di loro alla presentazione di Lignano, so che si stanno già organizzando per alcune trasferte, compresa quella lunghissima fino a Brindisi. È gente che per sostenerci fa sacrifici, macina chilometri e il giorno dopo va a lavorare: tanto di cappello. Vogliamo renderli orgogliosi e dargli modo di gioire».

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